
La Comunità di Capodarco dell’Umbria è nata nel 1966 per combattere il fenomeno dell’emarginazione, indirizzandosi dunque ai gruppi sociali considerati “ultimi” ed esclusi dalla società: tossicodipendenti, disabili, ragazze madri, anziani.
Il modello di Capodarco era stato portato da don Angelo di Gubbio, alla ricerca di un modello di campo ricco di valori e di impegno da proporre ai suoi studenti del movimento studenti eugubino.
Da Capodarco don Angelo era tornato a Gubbio entusiasta. Stava nascendo il primo di una lunghissima serie di campi di lavoro di ragazzi eugubini, a Capodarco prima, poi a Fabriano, infine a Gubbio, sul Monte Ansciano, nel Convento di S. Girolamo: il suo entusiasmo da subito aveva contagiato ragazzi e ragazze, anche non appartenenti al movimento degli studenti.
Visione:
“La vita tanto più è autentica quanto più costa fatica conquistarsela”
La Capodarco dell’Umbria è una realtà che si propone di promuovere la persona, ogni persona, tutta la persona e in particolare gli emarginati.
Per questo si fa portatrice di una cultura diversa da quella dominante, una cultura dell’inclusione, della partecipazione, della persona, della pace.
All’interno della comunità vivono e lavorano centinaia di persone, disabili e non, o portatrici di altre forme di disagio. L’autogestione è totale, tutti sono moralmente impegnati a trasformare il bisogno dal quale provengono in quotidiana solidarietà interpersonale, sul piano civile, sul piano etico, sul piano religioso.
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