Rubrica “Senza conservanti” di Vinicio Albanesi. N.16 – RAP E TRAP

Un fenomeno nuovo di concerti e di canti. Chi è rimasto agli anni ’70 con Guccini, Dalla, Baglioni, Venditti, De André e company rimane esterrefatto e sperduto. Sono esplosi giovani e giovanissimi che cantano con parole che non si capiscono, con musica ritmata e ripetitiva. Non sapendo come orientarmi, ho chiesto a dei ragazzi e ragazze, che si preparavano al Servizio civile, di suggerirmi alcuni nomi: mi hanno citato Marracash, Lazza, Sfera Ebbasta, Massimo Pericolo, Money Man, con alcune loro canzoni. Ero curioso di leggere i testi delle canzoni. Sono rimasto di stucco nel constatare che affrontano temi spiccioli, riguardanti la loro storia e le loro situazioni, con nenie ripetute più volte. Eppure sono seguiti in rete con migliaia di presenze, fino ad arrivare a milioni di visualizzazioni.

Ho pensato ai ragazzi della Giornata mondiale della Gioventù a Lisbona. Erano migliaia, in altri contesti, con altri canti, altre parole. Sicuramente alcuni di loro seguono anche la musica rap e trap. La domanda che mi son fatto: come saranno questi giovani quando avranno 40/50 anni? La domanda è rimasta senza risposta; non riesco nemmeno a immaginarla. Per ora c’è il cambiamento epocale, forse grande come quello degli anni ’60, quando si passò dalla musica romantica ai cantautori. Il problema serio è come connettersi con giovanissimi che hanno schemi e logiche diverse. Forse subentrerà una sintesi che la vita impone, al di là delle canzoni. I giovani si ritroveranno con gli impegni del lavoro, della famiglia, della società. Nel frattempo, i cambiamenti procedono.

La consolazione, così si può chiamare, è che le scelte di vita li aspetteranno al varco. La famiglia non sarà più quella tradizionale, il lavoro sarà cambiato, l’ambiente, le relazioni, la vita sociale avranno altri equilibri. Ma la vita umana ha sbarramenti che dovranno essere affrontati e superati. Oggi, da adulti, non resta che offrire fondamenta solide che li accompagnino nella vita. Nel tempo avranno idee e sintesi diverse, ma la conclusione è sempre la stessa: la felicità personale e l’equilibrio necessario nella società. Si superano così ansie e conflitti: il consiglio è di non abbandonare le sicurezze di adulti, per andare a inseguire mondi diversi e illeggibili. Ognuno è chiamato a fare la sua parte, senza confondere ruoli e conclusioni. D’altronde ciascuno di noi non è nato dal nulla, ma è frutto della catena della storia della propria famiglia, del proprio ambiente, del proprio tempo.

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SENZA CONSERVANTI
La rubrica del Giovedì di Vinicio Albanesi