Riabilitazione privata, la fisioterapista: l’approccio a distanza per non perdere il lavoro fatto e rassicurare la persona

Con l’avvio della cosiddetta Fase 2 si sono rimesse in moto quasi tutte le attività lavorative e anche Capodarco riabilitazione, il centro privato con sede a Porto San Giorgio, sta tornando con le dovute misure di sicurezza alla normalità dopo la chiusura forzata per l’emergenza Covid19. Il settore si avvale di diversi professionisti, che nell’ultimo periodo si sono dovuti reinventare con nuove modalità di lavoro per continuare ad offrire il servizio a distanza ai pazienti. Nell’ambito della fisioterapia per adulti è la dott.sa Monia Paccapelo, che lavora alla Comunità di Capodarco da 17 anni, a raccontare alcuni aspetti del proprio lavoro in questi mesi difficili.

“Mi occupo principalmente dell’età adulta per patologie muscolo scheletriche e neuro degenerative e dell’età evolutiva per dismorfismi della colonna – spiega Monia. Quindi sia trattamenti individuali che di ginnastica posturale di gruppo composto da 5/6 persone al massimo. Quasi tutti i miei pazienti vengono seguiti in modo continuativo con sedute con cadenza settimanale o bisettimanale in fase di riacutizzazione del dolore e in questo periodo particolare di Covid 19, dove per la sicurezza di tutti si è decisa la chiusura del centro, ho cercato di mantenere contatti telefonici con la maggior parte degli utenti dando consigli sulla gestione del dolore, ove presente, come mantenere i risultati raggiunti in questo periodo di sospensione grazie a piani di lavoro con semplici esercizi da eseguire a casa o video che vengono inviati tramite whatsapp ed email”.

La risposta dei pazienti a questo nuovo modello di assistenza è stata positiva. “Con alcuni di loro – prosegue Monia Paccapelo- mi sono sentita un paio di volte a settimana con altri ogni 8/10 giorni per valutare la situazione o per qualche aggiornamento. Ai pazienti nei quali purtroppo ho riscontrato l’ impossibilità di un trattamento a distanza, come ad esempio per i linfodrenaggi, ho comunque consigliato come comportarsi per evitare un peggioramento e di conseguenza un aumento dell’edema. Il nostro lavoro – conclude – sicuramente necessita di un trattamento che permette di mettere le mani sul paziente, ma quando si tratta di uno che conosciamo bene, perché lo trattiamo da tempo, questo tipo di approccio a distanza in qualche modo permette di non perdere tutto il lavoro fatto finora e rassicura il paziente che ha comunque un punto di riferimento per gestire la patologia”.