“Nessun bambino dovrebbe mai subire violenza. Né fisica, né psicologica. Non è più accettabile leggere e sentire di storie di abusi e violenze compiuti nella cerchia familiare o da parte di animatori, istruttori sportivi, volontari e altre figure adulte di riferimento. La violenza non è solo quella che lascia segni visibili, a volte si manifesta in maniera subdola: oltre a quella per incuria o assistita, ad esempio c’è quella esercitata per presunti fini correttivi, ancora oggi considerata accettabile in molte realtà familiari. Uno schiaffo non è mai uno strumento educativo: generare timore e umiliazione non significa educare. La questione mi sta così a cuore e mi indigna a tal punto che ho deciso di formulare, in occasione nella Giornata mondiale dell’infanzia, alcune proposte per sollecitare interventi non più rinviabili. Perché non ha senso parlare di tutela dei diritti di bambini e ragazzi se c’è violenza o abuso”.
È questo il messaggio che lancia oggi l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Garlatti, partendo dalla considerazione che l’attuale sistema normativo italiano di protezione dalla violenza ai danni dei minorenni è fortemente frammentato. “Occorre che l’Italia si doti di una legge organica: sollecito Parlamento e Governo a inserire questo provvedimento tra le priorità della legislatura. Una legge del genere consentirà finalmente di dare una definizione univoca, completa e precisa di violenza e permetterà di riunire in unico testo tutte le norme già in vigore in materia. Vanno in particolare inserite norme specifiche destinate a regolare ogni settore di vita – dalla scuola allo sport, dall’online all’ambito familiare – e vanno introdotte nel nostro Paese strutture che offrano ai minorenni vittime o testimoni di violenza servizi integrati sul modello Barnahus. Occorre infine creare un sistema nazionale per la raccolta e il monitoraggio dei dati, come chiesto dal Comitato Onu sui diritti dell’infanzia nel 2019”. Sul punto Garlatti annuncia che, in attesa dell’istituzione della banca dati, è stata avviata la Terza indagine nazionale sul maltrattamento dei bambini e degli adolescenti in Italia, in collaborazione con Terre des hommes e Cismai.
“Tra le innovazioni normative da introdurre – prosegue l’Autorità garante – ne propongo due in particolare. La prima è l’estensione dell’obbligo di richiedere il certificato del casellario sui reati a sfondo sessuale a tutti coloro che, a vario titolo, operano in modo continuativo con i minorenni, a prescindere dall’esistenza di un rapporto di lavoro. La seconda è quella di intervenire con strumenti ad hoc per i casi di violenza tra coppie di adolescenti. Ancora, nella legge organica dovrebbero trovare spazio una regolamentazione che consenta segnalazioni più semplici ed efficaci, nonché adeguate forme di coordinamento tra istituzioni e agenzie che si occupano di minorenni”.
Inoltre, secondo l’Autorità garante, andrebbe inserito in ogni corso di laurea che dia sbocchi lavorativi in ambiti che hanno che fare, a vario titolo, con l’infanzia e l’adolescenza un insegnamento dedicato alla violenza sui minorenni in ogni forma. Vanno infine rese strutturali le iniziative di coinvolgimento dei minorenni nella creazione delle policy di loro interesse, come avvenuto per la redazione del Piano nazionale di prevenzione e contrasto dell’abuso e dello sfruttamento sessuale dei minori.
“Infine – conclude Carla Garlatti – chiedo che sia affidato all’Autorità garante per l’infanzia e dell’adolescenza il monitoraggio sull’applicazione della legge anche attraverso un tavolo permanente di esperti”. Un’esperienza analoga a quella proposta dall’Agia è stata percorsa in Spagna con la Ley orgánica de protección a la infancia y la adolescencia frente a la violencia del 2021. .