“Senza conservanti” la rubrica di Vinicio Albanesi. N.9 – MORTI DI FAME

Andando in giro per l’Italia e per l’Europa la sensazione è che tutte le genti dell’Occidente siano morte di fame. Negozi, empori, discount, grandi catene offrono di tutto, per mangiare e bere. Biscotti a non finire, carni, pesce, formaggi, verdure, frutta, latte, dolci, bevande, vino, acque, carte, detersivi e quant’altro. Tutto meccanizzato e impacchettato. Chissà se avranno studiato il rapporto di peso (e di prezzo) tra buste e contenuto delle stesse.

Nei momenti di punta, fai la fila; le commesse sono svelte. Hanno un tapirulan con il lettore ottico che capisce peso, prezzo, quantità. Se porti il sacchetto di tuo, risparmi 10 centesimi. La spesa può essere settimanale; allora occorre un vagoncino che trovi all’ingresso: se, avanti a te, capita un paio di spese settimanali sei fritto. Mettiti nella fila con un pensionato che spende poco, perché fa i conti a mente e si presenta tutte le mattine, perché non sa cosa fare.

Stai attento alle offerte: ne fanno ogni tanto. Il meccanismo è semplice: i grandi magazzini vanno dal grossista e, promettendo tonnellate di ordini, chiedono lo sconto; il grossista si rivolge al magazzino del territorio che, a sua volta, chiede lo sconto al produttore, il quale non ha altra scelta che abbassare i prezzi di latte, pomodori, patate e cipolle. Tu hai la promozione offerta dal disgraziato che in mezzo ai campi per 20-24 euro al giorno fornisce il necessario. Non puoi farci niente: anzi, se sei intelligente, fai un bel giro tra i discount della zona e racimoli quel che ti sta bene.

Il ricordo va alla botteguccia del paese, con l’odore e i sapori delle sardelle sotto sale e dei lapis, un mix che ricordi dopo decenni. La carta di imballaggio era quella gialla, di paglia, con un filo di foglio oleato per i prodotti che scolavano. La mamma si chiedeva perché dovesse pagare quei fogli allo stesso prezzo della mortadella che conteneva. Il bottegaio faceva i conti a mente; dovevi starci attento perché rischiavi l’arrotondamento dei prezzi. In compenso, se non avessi potuto proprio pagare, avresti avuto un quadernetto nero, con i margini delle pagine rossi, per segnare la spesa.

La colazione era semplice: pane e latte con l’orzo; per merenda una fetta di pane bagnato con zucchero, a pranzo un piatto di pasta, a cena un po’ di baccalà (allora costava poco). Ti domandi se questa ingordigia odierna è spinta dalla produzione, dalla ricercatezza, dalla necessità o dalla gola: un vizio che è scomparso da tutti i vocabolari. L’ansia del mangiare si sposta, oltre la spesa: dalla pizza al ristorante raffinato, dalla nouvelle cucine ai sapori della nonna. Non c’è evento che non termini con un apericena, uno stuzzichino, una bevutina, un qualcosa da mettere in bocca.

L’Organizzazione mondiale della sanità predica a vuoto: il 59% degli adulti europei e quasi 1 bambino su 3 (29% dei maschi e 27% delle femmine) è in sovrappeso o è affetto dall’obesità. Sovrappeso e obesità sono infatti tra le principali cause di morte e disabilità nella Regione europea dell’Oms e stime recenti suggeriscono che causano più di 1,2 milioni di decessi all’anno, corrispondenti a oltre il 13% della mortalità totale. Non è detto che dobbiamo far parte di quel 13%. Così non sei responsabile di migliaia di persone che andrebbero in cassa integrazione se consumassi meno.

P.S. Se trovi all’ingresso qualcuno che ti porge la mano o il cappello per l’elemosina, non negarla: anche quando non sei rimasto proprio soddisfatto. Non fare il filosofo o il sociologo per pochi centesimi!

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SENZA CONSERVANTI
La rubrica del Giovedì di Vinicio Albanesi

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