“Senza conservanti” la rubrica di Vinicio Albanesi. N.10 – SFINITI

Da un popolo laborioso a una massa di sfiniti. Fisicamente, mentalmente, relazionalmente. Chiunque senti non ce la fa più. Stanchezze da stress, da affaticamento, da ansie e da paure. A iniziare dai più piccoli. La scuola ha dovuto alleggerire i compiti a casa. Le lezioni si sono ridotte a 200 giorni all’anno. Le previsioni del calendario arrivano al 2030 per verificare quale annata è propizia perché, con due/tre ponti, si può utilizzare una settimana di riposo. Gli insegnati non scherzano: oltre le lezioni, i colloqui, le équipe, i programmi, i progetti, bisogna correre perché, senza iniziative, non ti basterà nemmeno la carta per le fotocopie. Gli amministrativi non arrivano a capire leggi, decreti, circolari che tutte le amministrazioni ti inviano: assessori, sindaci regioni, ministeri. Una giravolta che cambia da governo a governo: con la promessa della riforme che, ben che vadano, resistono alcuni mesi: dal 2000 a oggi, sei riforme scolastiche. Mettere d’accordo tutti è impossibile: classi piccole e pollai, pluriclasse o mini-classi, vicino casa o con pulmino, a tempo pieno, a tempo semipieno (ore 8-13,55), non parliamo dello spezzato. Con le creature che a casa mangiano da sole: gli orari del papà e della mamma non collimano. Sono inceppati in orari dove tutti vanno a casa, come alla mattina, quando tutti vanno a lavorare. I lavoratori della medicina sono sottoposti a vere e proprie persecuzioni: turni massacranti, sempre di meno, costretti a fornire non più di tre pannoloni al giorno, quanti ne passa il servizio nazionale; se fai pipì più frequentemente, te la tieni. I medici hanno capito tutto: hanno costituito cooperative con le quali si offrono a 100 euro all’ora; un turno di 12 ore fanno 1.200 euro a botta; non al pronto soccorso, perché non sai quel che ti capita: puoi beccarti una denuncia, meglio non rischiare. Gli esperti contabili non hanno problemi: servono sempre, anche per pagare una multa. La materia è complicata e ci capiscono in pochi. Da loro devi andare: meglio prima che dopo. Gli operai sono i più richiesti e sempre di meno. Debbono essere forti, resistenti, d’estate e d’inverno. Con il sole cocente e il freddo pungente. Alcuni hanno capito l’antifona e, furbi, hanno messo su una piccola azienda, non più di tre-quattro persone. Lavorano con i benefit dei contributi statali per case, villette, strade, cappotti, tetti. Va bene anche per gli idraulici e gli elettricisti. In casa ti fanno vere e proprie centrali con schede, salvavita, pulsantiere alle quali non sai nemmeno cambiare le pile, perché tutto è scritto in inglese, che non capisci. Se non vuoi lavoro sfinente, non fare il cuoco, l’aiuto cuoco, il cameriere e il lavapiatti. Oltre che faticoso è pure umiliante. Devi sempre sorridere ed essere gentile anche con gli ignoranti e pretenziosi. Quando non se ne troveranno più, inventeranno l’assistente; un signore o una signora, dietro un banco, al quale ti appressi per servirti da solo. Così scegli quello che vuoi, in quantità che scegli. Per cucinare verranno indiani e filippini. Dopo un po’ non ti accorgerai di nulla, perché il ragù, il coniglio, il baccalà sembrano come la cucina della nonna. Non fare nemmeno il pasticciere, il panettiere e l’addetto ai rifiuti: alzatacce da non vivere. In tutta la fattispecie rimane fregata la donna, madre/moglie, perché per tutta la vita deve provvedere alla casa, alla cucina, alla lavatrice, a fare da tassista ai figli per portarli a scuola, dagli amici, allo sport, alla musica, a lezioni di violino e danza. A meno che non ti puoi permettere una o più tate (o tati) che la risparmiano. Almeno questi sono pagati. ___________________________________ SENZA CONSERVANTI La rubrica del Giovedì di Vinicio Albanesi