Mi era stato chiesto un commento a partire dalla prospettiva tutta particolare del “vangelo della strada”: l’angolatura di chi vive a stretto contatto con i problemi, spesso drammatici, dei dolori sociali. Seguendo passo passo il Vangelo di Matteo, nella lettura continua, è esplosa come una folgorazione: ho percepito la dolcezza di Dio nella storia della vita di Gesù e quindi del mistero cristiano. L’idea si è fatta ossessiva – in senso buono – e illumina ora tutta l’ipotesi con cui leggere il Vangelo. E’ stato come se, per la prima volta, avessi letto i Vangeli. Sono apparsi nuovi, diversi, mai ascoltati e riflettuti.
Scopo di queste pagine è individuare il percorso seguito da Dio, incarnato nella vita di Cristo. Ne risulterà una “dolcezza” inusitata. Non solo in senso emotivo e affettivo, ma come scelta di umanizzazione, capace di mettere a proprio agio i destinatari del messaggio. La vita di Cristo si mette alla pari con qualsiasi individuo umano, ne segue la storia, condividendone problemi,felicità e anche la morte. Proprio perché il Dio cristiano si è posto alla pari, ascoltarlo, conoscerlo, seguirlo diventa più facile. Questa sua scelta facilita la fede, perché offre tutte le possibilità di comprensione e di sequela, e perché non ci chiede di abbandonare la nostra umanità. In questa pedagogia divina risiede la chiave di interpretazione della fede promossa.
Vinicio Albanesi