Minori, la Comunità educativa Valmir cambia sede: “Inizia una nuova avventura”

La Comunità educativa di Valmir da oggi ha una nuova sede. È infatti definitivo il trasferimento nella nuova struttura di Cupra Marittima, Casa Maddalena, nella quale l’Associazione Mondo Minore della Comunità di Capodarco può proseguire la sua mission nell’accoglienza di minori dai 3 ai 17 anni (anche accompagnati dalle mamme) ragazze in difficoltà e ragazze madri con integrazione terapeutica. In attesa dell’inaugurazione della struttura raccontiamo questa nuova tappa dell’accoglienza attraverso le impressioni di due persone che la vivono da vicino, le educatrici Cinzia Spataro e Valentina Zumpas.

“È l inizio di una nuova avventura e l ‘augurio è che questa casa diventi un luogo di incontro, dove si riscopra il piacere di stare insieme e di condividere le proprie storie, dove si possa sempre trovare un amico che renda più piacevole la permanenza” – racconta Cinzia Spataro. “La volontà è quella di sfatare falsi proverbi come ci suggerisce Rodari, di andare contro la visione corrente che vede sempre l’altro come un ostacolo o un pericolo, e invece di sostenere la bellezza della relazione”.

Valentina prova a ripercorrere l’ultimo difficile anno e mezzo, vissuto nelle stanza della Comunità di Valmir: “E mezzanotte e come ogni turno serale faccio il mio solito giro tra i corridoi e le stanze della comunità prima di mettermi a letto. Ma oggi non è il solito turno di notte, non è il solito giro. Oggi è il mio ultimo turno notturno/serale nella comunità di Valmir prima del definitivo trasferimento nella nuova struttura di Cupra, Casa Maddalena. Sono arrivata qui precisamente due anni fa”- racconta l’educatrice, “nel Luglio del 2019, a termine del Servizio Civile svolto in un’altra struttura di Mondo Minore. Qui è iniziata la mia prima vera esperienza di educatrice di comunità. Provo a mettere in fila i pensieri, a ripercorrere quanto è stato vissuto tra queste mura, provo a pensare alla Valentina che è entrata qui e alla Valentina che ora ne esce. Nella mia mente flash e immagini di tutti gli sguardi incontrati, degli abbracci dati e ricevuti, delle lacrime asciugate e quelle trattenute, delle confidenze, delle incomprensioni, dei sorrisi. Ripenso all’inverno passato e riaffiora nella mia mente il ricordo di una che sembrava una tranquilla domenica comunitaria. In turno io e la mia collega Jessica, un ospite in isolamento post tampone, una risposta che non arrivava e quella chiamata con esito che nessuno avrebbe mai voluto. Ricordo la paura, le lacrime, le procedure da seguire, le distanze da mantenere. Ma come fai a mantenere le distanze quando hai dei bambini che sono affamati di affetto, di baci, di abbracci, di carezze? Come fai a spiegare che devono stare isolati in una stanza e che da oggi ti vedranno con camice, visiera, guanti, mascherina?”

“Forse la risposta era più facile del previsto o forse lo è ora” – conclude l’educatrice di Casa Maddalena. “Lo stare in relazione, l’esserci, può passare anche da uno sguardo, da un abbraccio non dato ma mimato, da un bacio tirato da dietro una mascherina che toglie il fiato.  Ora quegli abbracci piano piano ce li stiamo riprendendo e quella distanza accorciando. Adesso inizia una nuova avventura e come tutte le novità spaventano, mettono ansia ma generano entusiasmo, curiosità. Ora c’è una nuova comunità tutta da scoprire, con enormi stanze da riempire e piena di scatoloni da sistemare. Qui a Valmir lascio un pezzetto del mio cuore ma mi porto dietro pezzi di vita importanti che rimarranno per sempre. Valmir ha per me significato cambiamento, stravolgimento, vita, pianti e sorrisi.  Voglio concludere questa mia breve riflessione con le parole di Francesco Cucchi e Carmen Napolitano, i quali alla fine della meravigliosa formazione del Servizio Civile a Capodarco mi dissero ‘Questa esperienza ti cambierà la vita’. Oggi, a due anni da tutto quello posso dire che mai parole furono più vere”.