La rubrica “Senza conservanti” di Vinicio Albanesi. N.47 – NON INVECCHIARE

I dati statistici del 2021 dicono che la popolazione del nostro paese di oltre 65 anni rappresenta il 23,5% del totale. Nel 2021 la metà di costoro viveva sola. Nel 2041 si stima che raggiungerà il 60%. Nel 2050 le stime dicono che le persone di 65 anni e oltre rappresenteranno il 34% del totale. Si potrebbe gioire dell’allungamento della vita, a condizione di arrivare all’età longeva senza troppi acciacchi. La non autosufficienza per molti è inevitabile: oltre due milioni di persone hanno già l’assegno di accompagno, in parole povere non sono autonome. Da qui la necessità di una tutela forte in termini di servizi.

Ho partecipato alla stesura di una legge per la non autosufficienza, coordinata da Livia Turco, con la presentazione alla Camera dei deputati della proposta. Terminata la legislatura del Governo Draghi, che aveva inserito la riforma nel PNRR, una nuova stesura della legge sulla non autosufficienza è stata presentata dal Governo attuale con legge 33/2023, affidando a decreti attuativi la sua messa in funzione. La conclusione è che i paletti posti sono molti: si ha diritto all’assistenza oltre gli 80 anni, con problemi gravissimi, con ISEE non oltre i 6.000 euro, in un meccanismo infernale che vede coinvolti più Ministeri, compreso quello dello Sport. Insomma, devi essere un povero pezzente, quasi morente per essere assistito.

E’ lo schema che oramai è prevalente nella coscienza collettiva. La persona anziana è utile con la sua pensione, a condizione che non crei problemi di presenza e assistenza. I figli e le figlie sono spesso lontani. Gli stessi genitori dicono che debbono avere la loro vita e non è giusto che sacrifichino il loro futuro. La contraddizione violenta è che occorre essere sempre efficienti, a prescindere dall’età. Gli anziani debbono augurarsi di andare avanti senza bisogno di grandi aiuti. Li aspetterebbe una badante (quasi sempre straniera) oppure un rifugio a bassa qualità, in attesa di morire.

Parole utili il richiamo del Libro del Siracide al capitolo 3:

«Chi onora il padre espia i peccati; chi riverisce la madre è come chi accumula tesori.
Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera.
Chi abbandona il padre è come un bestemmiatore, chi insulta la madre è maledetto dal Signore».