La rubrica “Senza conservanti” di Vinicio Albanesi. N.37 – INFLUENCER VIRTUALE

Sono rimasto senza parole leggendo la notizia di una influencer digitale. Un ragazza di 25 anni costruita con l’intelligenza artificiale che sponsorizza alcuni prodotti di una azienda spagnola. Se la sono inventata e guadagna 10 mila dollari al mese. Non esiste, ma tutte le settimane si muove in rete come fosse una donna vera. Ha un aspetto piacevole, capelli rosa, espressioni della faccia naturali. A tal punto che qualcuno ha chiesto di poterla incontrare.

Il problema non è perché sia stata costruita, ma l’uso che se ne fa. Trattandosi di pubblicità l’inganno è doppio. Dapprima si costruisce chi deve fare pubblicità: si mettono in campo i dettagli dell’immagine che le persone chiedono e si aspettano; la seconda le caratteristiche dei prodotti che saranno sponsorizzati. Siamo così nel modo dell’immaginario: non per fini nobili, ma per il commercio. Sicuramente inventeranno qualcosa di simile nel futuro, appellando agli istinti emozionali di contatti virtuali.

Non sapremo nulla della sostanza delle cose proposte e vendute, ma ci consoleremo con gli effetti che le immagini hanno prodotto nella nostra emotività. Siamo mille miglia lontani dalla definizione di persone, considerate razionali, decise, coscienti delle proprie scelte. Ci considerano nemmeno adolescenti, ma solo bambini che giocano nei pomeriggi con i loro tablet.

Le grandi battaglie sui diritti, contro le disuguaglianze, sulla dignità delle persone rimarranno pallide idee e impegni marginali di pochi considerati antichi e fuori del mondo. C’è una specie di dea che vigila sul mondo: la natura dimostrerà con gli stravolgimenti, le contraddizioni che appaiono improvvise non hanno nulla a che spartire, con le influencer virtuali, ma che il mondo viaggia su altre basi, razionali, impegnative, donative. Senza aloni di perfezioni, ma frammiste tra bellezze e bruttezze, tra felicità e angosce, tra ogni propositivi e realtà faticose e noiose. Nella vita reale dalla quale nessuno può sottrarsi. Attenzione alle proposte umane e di oggetti: quando son perfette sono false, perché manipolate.