La rubrica “Senza conservanti” di Vinicio Albanesi. N.28 – CANI, GATTI E PESCIOLINI

Impressiona la presenza di cani, gatti e pesciolini nelle pubblicità televisive. Oltre le proposte per cibo, collari, pomate e polveri contro le zecche, le pulci e le zanzare, sono offerti cibi, con tanto di scelte di gusto per ogni stazza. Partecipano alle pubblicità dove ci azzeccano poco: energie rinnovabili, antidolorifici, auto, assicurazioni, lavaggi, macchine di riciclo. Assumono sembianze umane: ti guardano, si accucciano, si fanno accarezzare. Mai che siano di guardia e violenti. I pesciolini, preferibilmente rossi, continuano a girare nella boccia, senza che soffrano di capogiri.

Il fenomeno è impressionante perché le ricerche dicono che in Italia sono una diecina di milioni i cani e i gatti familiari. Impressionano le spese sostenute per loro: dai 30 euro ai 200/300euro mensili. Sono curati con apparecchiature e interventi umani. Qualcuno li chiama figlio/a. Hanno pensato anche alla loro dipartita, prevedendo tombe e lapidi, anche nello stesso loculo con il loro padrone. Possono essere adottati ed essere destinatari di eredità; oltre il 70% degli italiani è contrario alla caccia e agli allevamenti intensivi.

Impressiona l’amore per i quadrupedi e il disprezzo per gli umanoidi: questi ultimi sono stranieri, neri, di diversa religione, pericolosi. Siano abbandonati, lasciati morire in mare, relegati in qualche isola o paese lontano. Il sogno è per una nazione intatta e pura: con se stessi e i propri animali. Fanno compagnia, ubbidiscono e inteneriscono. Eppure il nostro paese è soggetto a scomparire: pochi nati, molti vecchi; pensioni da fame oggi e domani. Sarà invaso da popolazioni giovani e affamate. I nostri giovani migliori stanno già emigrando.  Altro che Ostrogoti e Longobardi del V e VI secolo.

La solitudine è combattuta con additivi romantici, senza preoccupazioni per il futuro, in ricerca disperata di un qualcuno solo, forte e potente che metta le cose a posto. I numeri sono feroci: giochiamo sullo zero virgola di crescita e di perdita; pochi ricordano che non produciamo ricchezza sufficiente per mantenere livelli di vita benestante. Guerre e instabilità ci circondano: siamo distratti da cosine e dettagli. Il declino è in atto. Sarà più o meno lungo. La speranza è per un colpo di reni che faccia capire dove siamo e dove vogliamo andare.