Centro The Tube, a colloquio con ragazzi e genitori: il punto sulla didattica a distanza

Proseguono le attività a distanza del The Tube, il Centro di educativa territoriale (Cet) promosso dall’Associazione Mondo Minore Onlus della Comunità di Capodarco. In questo periodo di chiusura i responsabili del servizio hanno avviato un confronto con le famiglie, durante il quale sono emerse esigenze e difficoltà nella gestione dell’inevitabile vuoto che la sospensione delle attività didattiche ha lasciato nelle vite dei ragazzi.

“Da un colloquio con i genitori”-spiegano i responsabili del The Tube- “sono emersi alcuni spunti significativi come la difficile regolazione del sonno veglia. Alcuni ragazzi non si svegliano la mattina per frequentare la didattica on line e passano molto tempo nel pomeriggio a riposare e poi sono attivi di notte o per lo studio o per giocare on line. Altro punto è la gestione dei genitori nell’organizzazione giornaliera dei ragazzi per quanto riguarda sia l’aiuto in casa sia per lo svolgimento dei compiti. Sono emerse inoltre la consapevolezza dei genitori di non essere in grado di aiutare i figli nei compiti perché spesso finiscono per litigare, e la difficoltà dei ragazzi di organizzare il tempo, e prendersi cura di se stessi”. Criticità che hanno indotto i responsabili del Cet a fornire informazioni chiare su quella che sarebbe stata la programmazione e sugli obiettivi da raggiungere.

Al contempo sono stati avviati anche dei colloqui, divisi per fasce d’età, in videochiamata con i ragazzi: “Il primo incontro è avvenuto con i più grandi dai 15 ai 17 anni” – raccontano Chiara e Lucia del The Tube – “i quali hanno partecipato volentieri ma con una forte resistenza nell’uso della web. Hanno fatto emergere così la loro fatica nell’esporsi e nel non sentirsi in ordine come quando escono per venire al centro. Siamo soddisfatte dell’apertura che hanno mostrato e del modo in cui hanno parlato delle loro fatiche; continuiamo a lavorare perché si sentano a loro agio e si permettano di lasciarsi vedere, indagando di volta in volta quali sono i pensieri limitanti e di risorsa. Con i ragazzi è venuto fuori il passaggio da momento percepito come una vacanza a quello di noia e di difficoltà che li hanno attraversati dopo la chiusura della scuola. C’è chi dice che la prima cosa che vorrebbe fare finito questo periodo è andare a giocare a pallone e stare con le persone, restando meravigliati di questo desiderio, bisogno che prima non veniva percepito”.

Di altro tipo sono stati la predisposizione e il coinvolgimento dei più piccoli, i quali- raccontano le responsabili- “hanno aderito con piacere sin da subito alla nostra proposta, ritrovando nel momento delle attività un momento di svago e di unione”. “Anche qui le nuove consapevolezze ci hanno fatto riflettere. C’è chi è appesantito da una didattica serrata, chi ha provato a fare cose nuove in casa, facendo dolci con i genitori, chi invece non riesce a mettersi in contatto con noi perché non ha wifi, o pc”. Con i bambini dai 10 ai 14 anni è stata creata una programmazione con attività e con incontri strutturati. “Gli appuntamenti per la didattica e il sostegno sono già attivi sia per i piccoli che per i grandi che inviano il materiale che restituiamo con possibilità di confronto e spiegazione. Utilizzano lo spazio dei due incontri previsti sia per inviare il materiale sia per fare “due chiacchiere”. Infine le responsabili del Centro hanno lanciato uno sguardo alle prossime settimane: “Abbiamo intenzione di far partire dopo Pasqua degli appuntamenti individuali per progettare le tesine della terza media. Ogni ragazzo avrà un orario e a disposizione noi per concordare tema e argomenti. L’incontro avrà una doppia utilità: cercare di capire se i ragazzi sono preoccupati, motivati e come sostenerli nella didattica di fronte ad impegni improrogabili come l’esame delle medie”.

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