Capodarco Umbria e MI: insieme per sperimentare strade nuove contro il disagio psicosociale dei giovani

Dal laboratorio permanente sul potere inclusivo della creatività al progetto di pedagogia velica: la scuola si apre alla comunità e la Comunità di Capodarco si apre alla scuola grazie al progetto di ricerca-azione in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione

A novembre (11 e 12) Gubbio ospita il Convegno nazionale per docenti sulla prevenzione al disagio giovanile. Tema centrale: la relazione adolescente-adulto. L’evento sarà un’occasione per condividere i percorsi avviati in Italia dalla sinergia tra istituzione scolastica e privato sociale

Dal laboratorio permanente sul potere inclusivo della creatività al progetto di pedagogia velica: la scuola si apre alla comunità e la Comunità di Capodarco dell’Umbria si apre alla scuola. A partire dall’anno scolastico 2005/2006, Capodarco Umbria in collaborazione con il Ministero dell’Università e della Ricerca (Miur), svolge attività di ricerca-azione nell’ambito del disagio psicosociale, della prevenzione alla dispersione scolastica e dell’inclusione, grazie al distacco e al coordinamento dell’insegnante e psicopedagogista Nicoletta Sensi, ponte tra Ministero e Comunità. Per condividere l’importanza di un percorso avviato in tutta Italia e promuovere le esperienze pedagogiche messe in atto da tutta una comunità educante, l’11 e il 12 novembre 2022 Gubbio (Biblioteca comunale Sperelliana) ospita un Convegno dedicato alla prevenzione al disagio giovanile, alla sperimentazione precoce di sostanze e ai comportamenti a rischio alla luce di dati aggiornati dalle ricerche più qualificate a livello nazionale. L’evento dal titolo “La relazione adolescente-adulto: le relazioni disfunzionali e il contro transfert” rappresenta un momento di formazione per nuovi docenti in comando ex art.105 D.P.R 309/90”. A raccontarci come stanno andando le cose è Nicoletta Sensi, referente per la Comunità di Capodarco Gubbio.

“Ogni anno il Ministero mette a disposizione un contingente di risorse umane in tutta Italia che dimostrano di avere specifiche competenze rispetto al tema della ricerca ed azione pedagogica nell’ambito del disagio psicosociale, della prevenzione delle dipendenze e della dispersione scolastica. Questi docenti – spiega la Sensi-, vengono collocati fuori ruolo e messi a disposizione di progetti che nella maggior parte dei casi si collocano in uno spazio intermedio, facendo da garanzia e raccordo tra l’istituzione scolastica e il privato sociale (in questo caso la Comunità di Capodarco dell’Umbria). Una delle finalità di questi collocamenti è quella di indagare strade nuove e innovative, perché molte volte il privato sociale ha già intercettato bisogni che la scuola invece fa fatica a rilevare, io l’ho potuto sperimentare soprattutto nella dimensione dell’educativo come ricerca. Questo ‘essere avanti’ del mondo delle Comunità molte volte però non viene condiviso con la realtà scolastica e quindi la scuola, che è in grande sofferenza soprattutto in questo periodo, fa fatica a rinnovarsi, ad aprirsi ad altre possibilità o strade pedagogiche. Le figure come la mia hanno proprio l’obiettivo di collegare e creare percorsi virtuosi di sinergia con la finalità principale di prevenire il disagio psicosociale e la dispersione scolastica, fenomeni molto collegati tra di loro.  Quello che si è visto negli anni è che chi abbandona la scuola oggi ha poche alternative se non quella appunto di finire nel disagio psicosociale”.

“Negli anni sono stati sviluppati moltissimi progetti di ricerca-azione supervisionati dalla Lumsa, perché la Capodarco di Gubbio ha sempre avuto un collegamento ed una stretta collaborazione con la Lumsa di Roma, dove tra l’altro ho il privilegio di insegnare Pedagogia sociale. Abbiamo sperimentato tempi e spazi educativi innovativi (Scuola nella scuola- A scuola per mare- Il Service learning) solo per citarne alcuni, in collaborazione con L’IIS Cassata Gattapone di Gubbio. Collaborazione questa, resa possibile grazie alla sensibilità del dirigente David Nadery su queste tematiche e del gruppo docenti del Cic coordinato dal prof. Paolo Ippoliti che da molti anni è punto di riferimento per studenti ed insegnati. Tantissimi i riscontri positivi, tant’è che oramai questa collaborazione è diventata un vero e proprio ‘avamposto’ di ricerca ed azione pedagogica”.

“Fare scuola fuori dalla scuola per tornare a scuola, questo potrebbe essere in sintesi quello che in questi anni abbiamo fatto grazie al lavoro sinergico della Comunità di Capodarco dell’Umbria, l’associazione Arcobaleno di Fermo e L’Iis Cassata Gattapone. L’impegno di tutti è stato rivolto ed è rivolto al recupero di giovani in situazione di marginalità sociale per la riduzione della dispersione scolastica perché recuperare gli abbandoni scolastici è una delle più grandi sfide che dobbiamo continuare a sostenere in questo tempo. Un collocamento fuori ruolo come nel mio caso  è  anche la grande opportunità di sperimentare come la funzione docente non si esaurisce nell’istituzione scolastica, ma può ed esercita un ruolo formativo anche in ambiti ‘sussidiari’ alla scuola, per ampliarne la capacità di intervento proprio in quelle situazioni a ‘rischio’”.

Il Convegno di novembre (formazione accreditata Miur D.M. 177/2000) affronterà molti temi legati al rapporto adolescente-adulto: la crisi intergenerazionale; l’analfabetismo comunicativo-relazionale dal transfert e controtransfert a scuola; il delicatissimo tema del bullismo. Tra i relatori, oltre a Nicoletta Sensi, saranno presenti: Viviana Benci (psicoterapeuta, docente Master consulenza pedagogica Lumsa); Francesca Cenciarelli (educatrice Ceis Spoleto);  Anna Pelliccioni (Ceis don Mario Picchi Roma); Raniero Regni (ordinario di Pedagogia sociale-Lumsa); Monica Lazzaretto (presidente Asscuolapuntocom, Centro studi Giuseppe Olivotti scs). “È un convegno fatto ogni anno in una Regione diversa. Uno degli obiettivi è quello di dedicarsi in queste due giornate a condividere i progetti che vengono portati in giro per l’Italia; il secondo scopo è quello di far conoscere comunità e progetti specifici (in questo caso quello di Gubbio), il terzo intento è anche quello di offrire una formazione obbligatoria per i colleghi che sono stati quest’anno distaccati su percorsi di questo tipo. Un fiore all’occhiello che va condiviso- conclude la psicopedagogista-, perché il Ministero mette a disposizione risorse a quelle comunità o enti del sociale privato che hanno comunque raggiunto una credibilità per esperienza e impegno”.

“L’occasione è importante- ribadisce Riccardo Sollini, direttore  della Comunità di Capodarco -, e ci permette di parlare di un tema molto caro alla nostra realtà,  quello degli adolescenti. Da ormai quattro anni abbiamo avviato a Fermo l’esperienza del The Tube, uno spazio aperto dove fare attività di studio, incontri ed esperienze. Obiettivo della nostra attività è quella di riuscire ad accorciare le distanze tra mondo adulto e adolescenti, nella ricerca di valorizzare competenze e possibilità attraverso il protagonismo dei ragazzi”.

Locandina Convegno Gubbio