“Audizioni su disposizioni urgenti processo penale e recupero dalle tossicodipendenze”: l’intervento del direttore Sollini

Lunedì 11 settembre 2023 le Commissioni riunite Affari Costituzionali e Giustizia hanno svolto le seguenti audizioni presso l’Aula della Commissione Giustizia, nell’ambito dell’esame del disegno di legge di conversione del decreto n. 105 del 2023 recante “Disposizioni urgenti in materia di processo penale, di processo civile, di contrasto agli incendi boschivi, di recupero dalle tossicodipendenze, di salute e di cultura, nonché in materia di personale della magistratura e della pubblica amministrazione”.

Sul tema delle dipendenze per la Comunità di Capodarco è intervenuto il direttore generale Riccardo Sollini.

Ecco il documento integrale

Tre punti di riflessione

“Tendenza di consumo e tipologie di sostanze. Se guardiamo le tendenze rispetto all’utilizzo e in particolare rispetto all’utilizzo problematico vediamo che c’è una continuità rispetto ai numeri che riguardano le sostanze “classiche” (eroina, cocaina, cannabis). Questo dato generale naturalmente va poi rapportato sui territori e le differenze tra aree urbane, aree più distanti etc. Va tuttavia messo in chiaro che il sistema di comunicazione attuale e la possibilità di interazione anche con persone più lontane, creano una maggiore congruenza anche per quanto riguarda le sostanze e il loro utilizzo. Quello che è aumentato, già prima del Covid- poi la pandemia ha funzionato come acceleratore-, è stato il misuso di farmaci, in particolare gli antidepressivi, ansiolitici e tranquillanti. Una questione che oltre a evidenti conseguenze chimiche, apre anche spazio a riflessioni culturali e sociali di come il farmaco, utilissimo quando ha una prescrizione medica, viene visto e interpretato spesso come la chiave per cambiare e modificare le proprie sensazioni, percezioni e sentimenti. Assume, per definizione, lo stesso significato di altre sostanze. I dati ci dicono anche un’altra cosa molto importante, come la narrazione sul mondo delle dipendenze e delle sostanze, non deve andare dietro a momenti di criticità e allarmismo momentaneo, si sente spesso parlare di emergenza crack, ritorno eroina etc. in realtà queste sostanze non sono mai scomparse, cambiano i fattori protettivi dei ragazzi che le usano e di chi sviluppa dipendenze. Non solo il parlare di argomenti come questi, in occasione di emergenza, reale o percepita, porta a non avere riflettori accesi su un fenomeno importante e che dà il termometro della situazione della nostra società giovanile. Quando ai ragazzi che arrivano in comunità chiediamo che sostanza usano, dicono: ‘tutte dipende da quello che trovavo e di cosa volessi provare’. In questa frase io leggo un importante passaggio, che noi operatori, responsabili di strutture dobbiamo tenere a mente. Oggi c’è una forte percezione da parte del ragazzo di conoscere gli effetti della sostanza, di poterli gestire e trasformare secondo i propri bisogni. Questa idea è molto radicata e molto pericolosa, perché se è vero che le possibilità di informazione, anche di prevenzione sono a disposizione, l’utilizzo delle competenze è poi vario e i ragazzi molto spesso si trovano da soli a darsi le risposte e mettere in autonomia le protezioni che credono essere opportune. Negli anni di lavoro, i giovanissimi che arrivano in comunità ci narrano sempre più di situazioni in cui la sostanza rientra nella quotidianità del proprio vissuto, nelle dinamiche e nel costruire il proprio bagaglio di esperienze, in una narrazione nomotetica in cui anche la società che li circonda li porta a costruire punti di vista simili, creando una convinzione di gestione, di coincidenza tra la narrazione di sé e la narrazione dell’esterno. Sono sempre più convinto di come il concetto di cura delle dipendenze si debba staccare dal discorso sostanze, rischiamo di inseguire alchimie che nascondono poi il passaggio centrale su cui stare, che è il significato di quel comportamento tossico, di quella sostanza rispetto alla possibilità di affrontare la mia quotidianità. Naturalmente parlo per quanto riguarda la cura delle dipendenze, non per quanto riguarda l’utilizzo di sostanze, cioè parlo di quella parte di popolazione che sviluppa una patologia e che, come tale, va curata. Inoltre, non dico che le sostanze sono uguali, la complessità biologica del nostro corpo e l’interferenza di sostanze o comportamenti rispetto all’azione chimica e di contaminazione del cervello è una cosa di cui avere sempre riferimento. In questo momento chi arriva ai servizi ha un’alta funzionalità sociale, interrotta per qualche motivo o dall’altro un profilo che continua ad essere funzionale ma che sta perdendo punti di riferimento. Queste persone sono anche figlie del cambiamento del ruolo sociale delle sostanze, pensiamo a tutta la dimensione dell’uso controllato di sostanze, il ruolo di merce che le sostanze hanno nel mondo del divertimento, la crescita di dipendenza da sostanze legali (farmaci senza prescrizione etc.), portano sempre più ad evidenziare come la malattia dell’addiction ha luogo nell’esperienza di ciascun individuo e spesso coincide con il nostro tempo, con comportamenti disfunzionali che rientrano nella routine quotidiana del vivere.

Sostanze leggere e sostanze pesanti. Nella mia esperienza di lavoro con le dipendenze sono sempre più convinto di come questa semplificazione, nel parlare di malattia delle dipendenze, sia del tutto inutile. Sono convinto che occorre guardare all’interazione della sostanza rispetto alla funzionalità di vita, e questa funzionalità non cambia se è intaccata dall’alcol piuttosto che dalla cannabis o dalla cocaina, ma dalla pesantezza con cui quella sostanza intacca tutta la mia esistenza, stesso discorso con i comportamenti tossici. Probabilmente sarebbe più giusto parlare di uso pesante di sostanze e uso leggero di sostanze. Il dibattito che si sofferma solo sulle sostanze, nasconde e mette in secondo piano tutta una serie di sfaccettature di cui tener conto: la crescita esponenziale di fattori che influenzano il rischio di sviluppo di dipendenze e di uso di sostanze; la crescita di casi di depressione giovanili; il ritiro sociale; la crescita dei NEET; una perdita sempre maggiore di un bagaglio umano di prospettive che viene bruciato da un sistema società che non riesce ad intercettare malesseri e in cui l’attenzione del mondo adulto è poco concentrata, più attenta al controllo che allo sviluppo.

Proprio su questo arrivo a parlare del terzo e ultimo punto, il sistema dei servizi di cura. In Italia per tanti anni abbiamo avuto un sistema di cura all’avanguardia, capace di mettere insieme una ramificazione di servizi territoriali pubblici ad un sistema integrato di comunità terapeutiche. Oggi questo sistema è fortemente in difficoltà, da un lato con una mancanza di personale, dall’altro per una mancanza di trasformazione dei servizi rispetto alla possibilità di intercettare situazioni di forte malessere umano in particolare nei giovani. Abbiamo chiuso eccessivamente le categorie, finché non c’è una patologizzazione chiara che fa imbroccare un binario chiaro non riusciamo a introdurre risposte concrete di trasformazione delle vite delle persone. Per i giovani la possibilità di intervento è molto alta e la possibilità anche di costruire percorsi di consapevolezza, esperienze e possibilità che vadano a mirare ad un cambiamento forte di convinzioni sballate e di competenze è una strada assolutamente perseguibile. Serve lo sforzo comune per superare distanze, concentrandosi su una architettura di servizi che sia impostata secondo uno schema di generazione di cambiamento e non di patologizzazione del sistema. Provare a fare interventi e azioni per un cambiamento dei blocchi biografici dei ragazzi, non fermandosi solo sulla patologia, ma rafforzando i percorsi di vita, esperienziali e di scoperta che si sono interrotti, che sono fermi, che sono incellofanati da una dipendenza che li soffoca.

Proposte sulla norma

  • 8xmille destinato al recupero dei tossicodipendenti, ottima scelta da vincolare agli enti del terzo settore
  • Proposta di costruzione di una Commissione mista sanità, sociale, penale per la revisione dell’architettura dei servizi sulle dipendenze pubblici e privati sociali, al fine di aggiornare il sistema a fronte dei nuovi bisogni emergenti”.

Il video completo delle Audizioni informali:
https://webtv.camera.it/evento/23200