APERTI ALLA LETTURA di Pina Bellusci. Tre parole chiave per “Rileggere adolescenze e devianze”

APERTI ALLA LETTURA
a cura di Pina Bellusci
Biblioteca sociale della Comunità di Capodarco di Fermo
“comunicazione”
“identitario”
“limite”

Tre parole chiave per:
“Rileggere adolescenze e devianze. Fare sicurezza e trattamento negli Istituti penali e nei Servizi minorili” di Sonia Moretti, Cira Stefanelli – Edizioni Alpes, Anno 2018

Piccoli spunti tratti dalle pagine del libro


Il compito di riuscire a comprendere
Atterriti della banalità del male e della crudeltà dei reati compiuti senza un apparente movente, ci muoviamo oggi, confusi in balìa della ricerca di motivazioni e certezze per poter dare una spiegazione ad azioni violente che facciamo fatica a comprendere, poiché commessi da giovanissimi adolescenti o ragazzi poco più che maggiorenni. La consapevolezza che gli adolescenti non siano quelli di vent’anni fa e neppure quelli di dieci anni fa, rende ancora più complesso il compito di riuscire a comprendere quale sia il nodo centrale di ciò che accade alle nuove generazioni, di quale difficoltà vi sia a mettersi in COMUNICAZIONE, approfondire il mondo emotivo e soprattutto come poter costruire reti di relazione che abbiano il compito di sostenere il loro percorso verso lo sviluppo di un senso di certezza su cui costruire un’identità solida in grado di sorreggere anche una progettualità. L’adolescenza, di fatto, è un passaggio evolutivo di radicali trasformazioni che mettono alla prova: dalla maturazione biologica del corpo a quella dello sviluppo cognitivo, passando per la maturazione emotiva in cui ciò che cambiano sono soprattutto gli atteggiamenti, i modi di agire e reagire connessi ai rapporti sociali e all’apprendimento di modelli valoriali.

La qualità psicologica di questi adolescenti stranieri
La presenza sempre maggiore di cosiddetti “minori stranieri” è epifenomeno dello spostamento globalizzato. L’idea di minore straniero contiene più fenomeni eterogenei. L’appartenenza, la residenza, la cittadinanza, i diritti, le identità e i transiti dei ragazzi si sono relativizzati e gli stessi soggetti transitano velocemente, sfumando da una condizione ad un’altra. La qualità psicologica di questi adolescenti stranieri è molto importante poiché essa deriva dal consolidamento IDENTITARIO. Questi ragazzi costruiscono le loro personalità con elementi plurimi diversi, spesso contrastanti, a volte complessi. Coloro che hanno viaggiato sono molto diversi da quelli che sono nati in Italia, le difficoltà che affrontano sono diverse, anche le risorse psicologiche a loro disposizione sono diverse. Se sono stati adolescenti in un altro paese hanno prima capito come si fa laggiù e poi devono cambiare per imparare da noi come si fa dalle nostre parti, compreso stabilire le relazioni, imparare una nuova lingua e via dicendo. Insomma, il loro è un percorso di crescita complesso.

La gestione degli eventi critici
Il termine devianza comprende tutti quei comportamenti che vengono considerati socialmente non accettabili, nei confronti dei quali va esercitato un intervento specialistico da parte delle istituzioni. Nel nostro caso, per devianza, intenderemo soltanto i comportamenti e le azioni di tipo criminale, commessi da soggetti minorenni sottoposti all’attenzione delle istituzioni giudiziarie. Il soggetto problematico è colui che, pur avendo delle capacità cognitive nella norma, non riesce ad adattarsi ai canoni di convivenza civile e sociale. Spesso sono persone con difficoltà personali, relazionali e sociali, che nascondono il loro disagio difendendosi da un mondo che non li soddisfa. Questa “sofferenza taciuta”, se non sorrerta da un’azione educativa valida, nel tempo potrebbe accutizzarsi in un disagio esistenziale vero e proprio. L’iter che porta alla devianza si nuclea in tre fasi: il disagio, il disadattamento, la devianza. Tali soggetti vengono definiti ragazzi sregolati poiché sin dalla prima infanzia non si sono mai prestati ad un confronto reale con le regole. Il ragazzo è così che nell’adolescenza diventa più vulnerabile e disorientato in quanto non conosce i limiti. Il LIMITE è utile a designare scelte, azioni e decisioni, sollecitate inizialmente dalla presenza dell’adulto, che dovrebbe aiutare il soggetto ad introiettare il concetto di regola, in più dovrebbe essere riconosciuto come punto di riferimento in termini emotivi. Nel momento in cui il processo di socializzazione, lo sviluppo emotivo e sociale vanno incontro a degli insuccessi, l’azione del minore cade nella devianza.