APERTI ALLA LETTURA di Pina Bellusci. Tre parole chiave per leggere: “Nessi e connessi”

APERTI ALLA LETTURA
a cura di Pina Bellusci
Biblioteca sociale della Comunità di Capodarco di Fermo
  1. “cambiamento”
  2. “risorse”
  3. “consumo”

Tre parole chiave per leggere:
Nessi e connessi” di Annalisa Corrado, Rossella Muroni – Prefazione di Ilaria Capua – Edizioni Il Saggiatore, Anno 2023

Piccoli spunti tratti dalle pagine del libro

Nessi e connessi è un manifesto per leggere il mondo. La realtà ci pone di fronte a una continua “crisi di sistema”: una crisi allo stesso tempo economica, sanitaria, geopolitica, ambientale e climatica.

Salute circolare
All’inizio del 2020, le nostre esistenze sono state sconvolte da un virus submicroscopico Sars-CoV2, nota come Covid-19, patologia infettiva che si sviluppa a seguito di una trasmissione di virus, batteri, parassiti (o altri agenti patogeni) dall’animale all’uomo. Per combattere il proliferare di nuove zoonosi (virus ecc.), occorre contrastare i cambiamenti climatici. I ricercatori hanno messo in luce che proprio nel luogo identificato come quello di provenienza del virus, si fosse registrata una concentrazione anomala di più specie di pipistrelli attirati da condizioni microclimatiche favorevoli alla loro proliferazione. Si tratterebbe di una di quelle zone in cui il CAMBIAMENTO climatico si era già manifestato ampiamente attraverso uno stravolgimento della flora e della fauna locali, a causa dal lento e inesorabile innalzamento delle temperature negli ultimi cento anni.

Siamo quello che mangiamo
“Siamo quello che mangiamo” è un’affermazione semplice è in fondo indiscutibile, anche se spesso la superficialità con la quale consideriamo il cibo non le rende merito e giustizia. Dal cibo ricaviamo, di fatto, i mattoni e l’energia con cui costruiamo le nostre cellule, con cui tessiamo fibre e alimentiamo corpo e mente, con cui definiamo i garantiamo la nostra salute e la nostra possibilità di essere vivi e in relazione con gli altri. L’attuale sistema agricolo mondiale consuma il 70% delle RISORSE idriche complessive, mentre oltre 2 miliardi di persone vivono in territori a elevato stress idrico e hanno difficoltà di accesso ad acqua pulita e potabile. L’acuirsi di fenomeni di siccità a seguito del consolidarsi degli effetti della crisi climatica non potrà che rendere ancora più problematico questo utilizzo intensivo di una risorsa insostituibile come l’acqua. A livello puramente teorico, il quantitativo di calorie alimentari che il pianeta è attualmente in grado di produrre sarebbe sufficiente per sfamare tutti gli abitanti della terra. Il sistema globale di gestione di tali risorse però è gravemente iniquo, tanto che il numero di persone denutrite nel 2018 ha superato gli 800 milioni di individui, mentre le persone in sovrappeso sono state 1,9 miliardi (di cui 620 milioni in condizioni di obesità). Quasi un terzo della produzione agricola globale va perduta lungo l’articolato viaggio dal campo al piatto.

Economia circolare: la rivoluzione gentile
Uno dei (numerosi) frutti avvelenati del XX Secolo è stata l’ideologia “usa e getta”, il CONSUMO come sinonimo di benessere, di felicità a portata di mano. Un modello economico che si basa sull’ignoranza dei suoi fruitori: perché più sei inconsapevole, più sei un consumatore utile. Ma non è più tempo di inconsapevolezza, né di irresponsabilità: perché siamo tutti implicati. Allora la prima, semplice consapevolezza da avere è quella che per costruire, case, infrastrutture, produrre cibo, fabbricare beni di consumo o produrre energia, si usano materiali pregiati, preziose risorse. Nell’economia circolare i prodotti sono progettati appositamente per reinserirsi nei cicli dei materiali: di conseguenza, questi formano un flusso che mantiene il valore aggiunto il più a lungo possibile. L’economia circolare trasforma l’attuale modello economico, che punta al consumo delle risorse, in un modello che le risorse invece non soltanto le recupera ma prova anche a usarle in modo più razionale, per reimetterle nel ciclo produttivo. Investire sull’economia circolare conviene a tutti: più riciclo significa meno rifiuti, meno sprechi, meno emissioni; e inoltre, attenzione, porta nuovi investimenti economici e nuovi posti di lavoro.