Droghe. Nel 2019 record di sequestri di cocaina e crescono le overdose

Overdose in crescita, aumentano anche i ricoveri correlati all’uso di droghe e la cocaina fa segnare il record assoluto di sequestri mai realizzati in Italia dal 1971 ad oggi. Sembra un bollettino di guerra la Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia 2020 (con dati riferiti al 2019) pubblicata con un ritardo sulla tabella di marcia prevista dalla legge di ben quattro mesi. Il testo, disponibile online sul sito del Dipartimento delle Politiche antidroga, presenta dati che confermano alcuni trend già individuati dalle precedenti relazioni, con alcuni aspetti che ormai hanno raggiunto numeri davvero preoccupanti.

Overdose in crescita. Lo scorso anno 373 decessi

Uno dei dati allarmanti contenuti nella relazione è senza dubbio l’aumento dei decessi per overdose in Italia. Secondo la Relazione, nel 2019 sono stati registrati 373 casi di decesso per overdose, con un incremento rispetto all’anno precedente dell’11%. I dati dello scorso anno, quindi, confermano la tendenza all’aumento dei casi di overdose nel nostro Paese: nel 2018, infatti, erano 336; 297 decessi per overdose nel 2017. Nel 2016 il dato più basso degli ultimi dieci anni: 268 decessi per overdose. Nel 2019, la causa del decesso è stata attribuita in 169 casi all’uso di eroina, si legge nella Relazione, che ancora oggi è la causa principale delle morti per overdose col 45,3% dei casi. In ben 115 casi, invece, la sostanza imprecisata (30,8%), mentre in 65 il decesso per overdose è dovuto alla cocaina (17,4%). “Seguono il metadone in 16 casi, amfetamine in 3 casi, barbiturici, benzodiazepine, fentanil, metamfetamine e morfina ciascuna in 1 caso”, si legge nel testo della relazione. Preoccupa l’incertezza sulle cause in cui la sostanza responsabile del decesso risulta “imprecisata”, spiega il testo. “Questo dato potrebbe essere collegato alla diffusione di Nuove sostanze psicoattive, la cui composizione è spesso difficile da determinare”. Il più alto numero di decessi nel 2019 si è registrato in Emilia Romagna, Toscana, Lombardia e Veneto, spiega la relazione. Tuttavia, il tasso di mortalità per overdose più elevato è stato registrato in Sardegna, con circa 23 decessi ogni milione di residenti di 15-64 anni, seguono Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Toscana e Umbria, con valori superiori a 16 ogni milione di residenti. “Negli ultimi dieci anni le regioni che hanno visto crescere il numero di decessi sono Emilia Romagna, che è passata da 20 decessi nel 2010 a 53 nel 2019, Toscana (da 22 a 39) e in misura minore Trentino Alto Adige (da 2 a 9), mentre in Campania, Lazio e Umbria il numero dei decessi si è ridotto consistentemente”.

Cresce l’ospedalizzazione per cocaina

Un altro dato che emerge dalla Relazione 2020 riguarda le ospedalizzazioni droga-correlate. Nel 2019, sono state 7.480, in aumento soprattutto tra i giovani e gli adulti under 45. Secondo il testo, “circa la metà dei casi è dovuta all’uso di sostanze miste o non specificate”, tuttavia, è per la cocaina che “si rileva l’incremento maggiore: sono infatti triplicati nell’ultimo decennio i ricoveri direttamente correlati a questa sostanza. Mentre a contribuire ad aumentare anche le degenze che annoverano l’uso di sostanze tra le cause del ricovero, alla cocaina si aggiunge la cannabis”. Tra gli utilizzatori di sostanze stupefacenti per via parenterale, che secondo la relazione sono in costante diminuzione, cresce il numero di diagnosi tardive di Hiv.”Nel 30% dei casi si raggiunge infatti lo stadio di Aids conclamato ignorando la propria sieropositività – si legge nella Relazione -. Fino al 2005 questa percentuale era del 15% circa. Tale aumento comporta una maggiore probabilità di trasmissione della malattia e, nello stesso tempo, della morbilità e della mortalità che derivano dal ritardato inizio della terapia antiretrovirale”.

Mai sequestrata così tanta cocaina in Italia

La sostanza stupefacente che desta maggiori preoccupazioni in termini di diffusione nel 2019 è la cocaina. Su Redattore Sociale avevamo anticipato già a febbraio 2020 che ci sarebbe stato un record nei sequestri e ora i dati consolidati presentati dalla Relazione al Parlamento lo confermano: nel 2019 sono state sequestrate quasi 8,3 tonnellate di cocaina, contro le 3,6 tonnellate sequestrate nel 2018. Un record assoluto, non solo rispetto agli ultimi dieci anni. Dagli anni 70 ad oggi, quello del 2019 rappresenta il dato più alto dei sequestri di cocaina mai realizzati in Italia. Fino allo scorso anno, infatti, solo nel 2011 e nel 1994 è stata superata quota 6 tonnellate.  Il dato del 2019, quindi, supera il vecchio record del 1994 con oltre 6,6 tonnellate di cocaina sequestrate (dovute quasi esclusivamente ad un singolo sequestro avvenuto a Borgaro Torinese di oltre 5 tonnellate, ad oggi il record mai battuto di sequestro singolo di cocaina in Italia). Secondo la Relazione, ad aumentare negli anni è anche la domanda. “Secondo le ultime stime disponibili, dei quasi 16 miliardi di euro spesi per l’acquisto di sostanze stupefacenti circa il 31%, corrispondente a poco meno di 5 miliardi di euro, ha riguardato proprio cocaina”. L’aumento dei consumi di cocaina, aggiunge la Relazione, “si riflette anche sulla domanda di trattamento e sulle conseguenze sanitarie. Risultano aumentate, infatti, le richieste di trattamento ricevute dai servizi pubblici per le dipendenze per uso primario di cocaina, che nel 2019 si sono riflettute in 27.913 persone trattate, il 21% di tutte gli utenti in carico nell’anno, percentuale che raggiunge il 37,6% se si considera anche l’uso secondario”.

Nuove droghe, cannabis e eroina. Cosa dicono i dati

Sebbene con proporzioni diverse rispetto all’andamento dei sequestri di cocaina, anche le Nuove sostanze psicotrope nel 2019 hanno fatto registrare un aumento rispetto all’anno precedente, sia in termini di peso (+32%), sia di dosi o compresse (+96%). Cresce anche il numero di nuove sostanze segnalate: nel 2019 sono 103 quelle entrate nella lista nera delle autorità. A mostrare dati in calo, invece, è la cannabis. Nel corso del 2019 , infatti, i dati “mostrano una cospicua flessione rispetto all’anno precedente, sia in termini di operazioni di polizia, diminuite del 6,6%, sia in termini di quantitativi sequestrati, diminuiti del 60%”. Una flessione che tuttavia suggerisce piuttosto “possibili modificazioni delle rotte”. Il crollo dei sequestri, infatti, è notevole rispetto ai dati del 2018 e del 2017. Se nel biennio precedente al 2019 si sequestravano più di 110 tonnellate di hashish e marijuana, nel 2019 le autorità italiane hanno intercettato solo poco più di 44 tonnellate. Sulla cannabis, tuttavia, emergono altri dati significativi. “Quasi dimezzata la quota di utenti dei servizi per le tossicodipendenze che è in trattamento per uso primario di cannabis e suoi derivati – si legge nella Relazione -. Aumentano invece i ricoveri ospedalieri direttamente correlati all’uso di cannabinoidi, dato che potrebbe essere correlato all’aumento dei quantitativi di principio attivo contenuti nelle sostanze”. Torna a “stabilizzarsi” il mercato dell’eroina i cui sequestri scendono dagli oltre 900 chilogrammi del 2018 agli oltre 600 del 2019, tornando così ai livelli del 2017. Ma sono anche altri i dati che mostrano una diminuzione della sua circolazione. “La quota di segnalati per detenzione di eroina e altri oppiacei (Art.75 DPR n. 309/1990), nell’ultimo decennio, mostra una costante diminuzione attestandosi nel 2019 al 4,5% delle segnalazioni totali e in forte diminuzione risulta il trend del possesso di queste sostanze tra i minorenni. Risultano tuttavia stabili nell’ultimo triennio le denunce legate al traffico di eroina (quasi il 90% dei reati contestati ha riguardato produzione e traffico Art. 73 DPR n. 309/1990) che nel 2019 sono state 3.384, il 72,5% delle quali ha esitato in un arresto”. L’eroina, tuttavia, resta la sostanza primaria maggiormente diffusa tra le persone in trattamento e in cura presso nei servizi per le dipendenze.

L’enorme lacuna nei dati sui consumi

I dati sui consumi contenuti nella Relazione continuano a presentare una lacuna difficile da non notare. Se da una parte è ben rappresentata la fetta di popolazione di età compresa tra i 15 e i 19 anni, con i dati del Cnr ricavati attraverso lo studio ESPAD®Italia, le stime sui consumatori adulti sembrano fermarsi soltanto all’analisi delle acque reflue di alcune grandi città italiane e all’analisi dei consumi in alcuni gruppi specifici (come atleti e forze dell’ordine). I dati del Cnr sui consumi tra gli adolescenti, intanto, mostrano “una sostanziale stabilizzazione a partire dal 2014 ad eccezione del consumo frequente per il quale si registra un lento e costante decremento”. E questo trend riguarda tutte le tipologie di consumo. Per quanto riguarda il 2019, inoltre, sono 860.000 i ragazzi, pari al 33,9% degli studenti italiani, ad aver utilizzato almeno una sostanza psicoattiva illegale nel corso della propria vita. Il 25,9% ha riferito di averne fatto uso nel corso dell’ultimo anno (660.000 studenti); tra questi, la maggioranza (90,1%) ha assunto una sola sostanza illegale, la quota restante è invece definibile come “poliutilizzatore”, avendo assunto due (5,5%) o almeno tre sostanze (4,5%). Sono 400.000 (pari al 15,7% del totale) gli studenti che hanno utilizzato sostanze psicoattive illegali nel mese antecedente lo studio e il 3,5%, ossia quasi 89.000 studenti, ne ha fatto un uso frequente ha cioè utilizzato 20 o più volte cannabis e/o 10 o più volte le altre sostanze illegali (cocaina, stimolanti, allucinogeni, eroina) negli ultimi 30 giorni. Secondo il Cnr, tra gli adolescenti è la cannabis la sostanza illegale maggiormente utilizzata, seguono le Nuove sostanze psicoattive, cannabinoidi sintetici, cocaina, stimolanti, allucinogeni ed eroina.

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