“Welfare umano”, il ministro Orlando: “Possiamo fare un salto di qualità importante”

Campagna “Welfare umano”. Il ministro Orlando in collegamento Zoom, Bentivogli e Albanesi

Ci troviamo di fronte ad una serie di tasselli importanti che nei prossimi due-tre anni possono consentirci un salto di qualità, con il superamento dell’idea della monetizzazione e la realizzazione di una riforma della non autosufficienza che ci consenta di costruire professionalità e di orientare gli interventi verso la personalizzazione del trattamento: è una sfida grandissima che nell’ambito del sociale non ha precedenti”. Così il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando, intervenendo nel corso del convegno “Welfare umano” organizzato dalla Comunità di Capodarco di Fermo per porre l’attenzione in particolare sui servizi rivolti alle persone anziane e agli adolescenti.

Orlando ha ricordato che la riforma della non autosufficienza, inserita all’interno del Pnrr come riforma qualificante, è al momento al vaglio di Palazzo Chigi, nell’ambito di un confronto con il ministero della Salute. L’obiettivo temporale è quello di licenziare il testo nel corso del prossimo mese, di modo che possa poi avviarsi in autunno un dibattito parlamentare. Un periodo temporale, quello, in cui potrebbe essere utile organizzare (come sollecitato da don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco) degli Stati Generali per una condivisione di intenti e obiettivi fra pubblico e privato.

“Quest’anno – ha sottolineato Orlando – nella legge di bilancio per la prima volta sono stati inseriti dei livelli essenziali legati alle prestazioni sociali: chi conosce il tema del rapporto altalenante che storicamente c’è stato con i vari Fondi dedicati sa che si tratta di un salto di qualità importante, per quanto il lasso di tempo necessario perché i diritti diventino realmente esigibili non è mai trascurabile. Per anni abbiamo ascoltato uno strano sillogismo, che pubblico è uguale a spreco, ma ci è voluta una pandemia per far capire a tutti che un sistema di protezione sociale pubblico è una ricchezza, tanto è vero che i paesi che lo avevano sono quelli che hanno reagito meglio alla pandemia”.

“Dobbiamo lavorare sulla nostra infrastruttura sociale e con un uso accorto dei fondi agire per dare luogo ad interventi di breve, di medio e di lungo periodo: la chiave di tutto sta sempre nel processo di integrazione socio sanitaria, sul quale dobbiamo ancora fare dei passi significativi e per il quale a mio parere occorre un’azione comune fra il Ministero, i comuni e il terzo settore”. “E’ importante – ha precisato Orlando – avere delle risorse a disposizione, ma non tutto si risolve con trasferimenti di carattere monetario, e il linguaggio comune che unisce il pubblico e il privato deve essere centrato sul valore della presa in carico delle persone con il loro bagaglio di fragilità”.

Orlando ha ricordato che i nuovi fondi del PON hanno rispetto al passato un’ambizione maggiore di quella di agire sul solo contrasto alla povertà, ponendosi l’obiettivo di rafforzare tutti gli interventi in capo ai servizi sociali. Per questo, nel rapporto con gli enti di terzo settore, diventa importante portare finalmente a conclusione l’iter della riforma avviata nel 2015: “Contiamo di chiudere l’attuazione della riforma del terzo settore entro il prossimo ottobre”, ha detto il ministro. I fondi del Pnrr, quelli del Pon, così come quelli dedicati alla lotta allo sfruttamento e al rafforzamento delle politiche attive del lavoro costituiscono, ha affermato Orlando – tutti tasselli che rappresentano un’occasione importante da non perdere.

Nello specifico della non autosufficienza, “abbiamo elaborato una proposta che punta ad una nuova domiciliarietà e che chiede un cambiamento di visione dei sistemi pubblici: ci siamo impegnati con l’Unione europea – ha detto il ministro – a costruire un sistema di supporto ai non autosufficienti che non sia una confusa articolazione di poteri dello Stato che interloquiscono con il singolo, ma un sistema di personalizzazione del trattamento che ci consenta di vincere la sfida rappresentata dal legare la longevità alla qualità della vita”. “Questo obiettivo – ha continuato – passa anche dalla possibilità di far rimanere le persone nel loro contesto, attrezzando opportunità che evitino l’istituzionalizzazione: quello dell’evitare l’istituzionalizzazione, o di superarla laddove si è creata, è uno dei progetti inseriti nel Pnrr che ha avuto il maggior riscontro di interesse da parte dei Comuni e prevediamo in futuro di finanziare ulteriormente questo genere di interventi”. Orlando ha fatto notare anche il fatto che molto spesso il lavoro di cura delle persone anziane è stato affidato a persone, molto spesso migranti, che non hanno avuto percorsi professionalizzanti: “Abbiamo un mondo da fare emergere non solo in termini fiscali ma anche in termini di crescita dal punto di vista professionale, e le risorse del Pnrr possono aiutarci anche in questo”. Ugualmente importante il tema dei servizi destinati agli adolescenti, particolarmente penalizzati nell’epoca della pandemia, e portatori di un disagio profondo che rappresenta una sfida per il sistema di welfare: “Affrontare i loro bisogni ed esigenze, anche attraverso i fondi del Piano europeo sulla Child Guarantee, è una priorità”.

Concludendo il suo intervento e rivolgendosi alla Comunità di Capodarco, il ministro Orlando ha affermato che “l’aiuto delle realtà che, come la vostra, operano nel sociale anche nella fascia estrema della marginalità, è per noi di grande aiuto per comprendere le esigenze e il momento in cui l’intervento pubblico arriva al punto di rottura non riuscendo a offrire risposte adeguate: la vostra capacità di contributo è quindi fondamentale nell’elaborazione delle azioni da mettere in campo”.

Fonte: Redattore Sociale