Venezia 78: dall’infanzia al lavoro, ecco i film (sociali) del Festival

In un programma ricco come quello della 78a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, che si terrà al Lido di Venezia dal1’1 all’11 settembre 2021, una delle notizie più belle è quella della presenza in concorso di Freaks Out, il nuovo film di Gabriele Mainetti (Lo chiamavano Jeeg Robot), scritto insieme a Nicola Guaglianone. E non solo per le mirabolanti avventure che promette di mostrarci, ma anche per il tema al centro del film. Siamo a Roma, nel 1943: Matilde, Cencio, Fulvio e Mario vivono come fratelli nel circo di Israel. Quando Israel scompare misteriosamente, i quattro “fenomeni da baraccone” restano soli nella città occupata dai nazisti. “Freaks Out nasce da una sfida: ambientare sullo sfondo della pagina più cupa del Novecento un film che fosse insieme un racconto d’avventura, un romanzo di formazione e – non ultima – una riflessione sulla diversità” ha dichiarato Gabriele Mainetti. “Per farlo ci siamo avvicinati alla Roma occupata del 1943 con emozione e rispetto, ma allo stesso tempo abbiamo dato libero sfogo alla fantasia: sono nati così i nostri quattro freak, individui unici e irripetibili, protagonisti di una Storia più grande di loro”. Queste premesse, e la sensibilità di Nicola Guaglianone per gli ultimi e i diversi, nata dalla sua esperienza di servizio civile, rendono Freaks Out un film attesissimo dal punto di vista cinematografico, ma anche da quello umano e sociale.

Romanzi di formazione

Ma sarà un Festival di Venezia molto importante dal punto di vista sociale. A proposito di romanzi di formazione, sono in arrivo una serie di storie dedicate all’infanzia e all’adolescenza. È stata la mano di Dio, il film di Paolo Sorrentino in concorso, è la storia di un ragazzo nella tumultuosa Napoli degli anni Ottanta. Una vicenda costellata da gioie inattese, come l’arrivo della leggenda del calcio Diego Maradona, e una tragedia altrettanto inattesa. Sì, in questo film Sorrentino racconterà la morte dei suoi genitori e l’elaborazione del lutto di un ragazzino qual era lui a quei tempi. C’è sempre un bambino, e siamo sempre a Napoli, ne Il bambino nascosto, il film di Roberto Andò, fuori concorso, che sarà film di chiusura. È la storia di un maestro di pianoforte e di un bambino di dieci anni che si insinua nel suo appartamento e vi si nasconde. Scoprirà che è il figlio di un camorrista e che, come accade a chi ha dovuto negare presto la propria infanzia, ignora l’alfabeto dei sentimenti. È la storia di un’adolescente problematica invece La ragazza ha volato, di Wilma Labate, che sarà presentata nella sezione Orizzonti Extra. Nadia è un’adolescente scomoda che vive a Trieste, città di confine tra tante culture, un luogo spazzato da un vento potente, in cui la protagonista cresce coltivando una solitudine da cui uscirà in modo inatteso.

Ezio Bosso e il suo messaggio motivazionale

È molto importante anche il film, fuori concorso, dedicato ad Ezio Bosso.  Ezio Bosso. Le cose che restano è un appassionato documentario musicale di Giorgio Verdelli sul compositore e direttore d’orchestra italiano scomparso lo scorso anno; il suo amore per l’arte, vissuta come disciplina e ragione di vita, è raccontato dallo stesso Bosso come in un diario personalissimo. Portatore di un potente messaggio motivazionale nella sua vita e nella sua musica, Ezio Bosso è stato e sarà sempre una fonte d’ispirazione per chiunque vi si avvicini. “Una presenza, non un ricordo”, come racconta lo stesso regista del film, Giorgio Verdelli.

Il mondo del lavoro

Si parlerà anche di lavoro, un nodo sempre scoperto della nostra società. Con Un Autre Monde, Stéphane Brizé, ancora con protagonista Vincent Lindon, chiude la sua trilogia sul mondo del lavoro, ma stavolta lo fa da un punto di vista diverso, quello di un dirigente d’azienda che si trova in un momento in cui le scelte professionali di uno cambiano la vita di tutti. Dirigente di successo in un gruppo industriale, Philippe non sa più come rispondere agli ordini incoerenti dei suoi superiori. Ieri volevano che fosse un leader, oggi vogliono che sia un esecutore. È questo il momento in cui deve dare un senso alla propria vita.

Il carcere

A Venezia si parlerà spesso anche di una realtà che fa sempre discutere, come quella del carcere, con dei progetti molto diversi fra loro. Fuori concorso, Leonardo Di Costanzo con Ariaferma racconta una storia all’interno di un carcere dove le regole tra detenuti e carcerieri sembrano pian piano perdere di senso. Ariaferma è stato girato in un vero carcere sardo, e vive in un tempo sospeso, quello di una reclusione in attesa che il carcere venga chiuso. È una riflessione sul mondo delle carceri e il senso della pena detentiva. Rebibbia Lockdown di Fabio Cavalli sarà presentato al Venice Production Bridge, un evento ospitato dal festival. Quattro universitari sono incaricati dalla Luiss Guido Carli di seguire i detenuti-studenti in carcere. Il virus all’improvviso blocca ogni incontro. I due mondi estranei sono ora accomunati dallo stato di detenzione imposto dal contagio, e così nasce un fitto rapporto epistolare che li porterà a un incontro nell’aula universitaria di Rebibbia. Nella sezione Orizzonti? Potremo vedere anche 107 Mothers, di Peter Kerekes, è un film per girare il quale il regista ha vissuto per anni con le detenute di un carcere femminile in Ucraina. Leave No Traces, di Jan P. Matuszynski, in concorso, è un film polacco che racconta la morte di un giovane in seguito alle percosse della polizia comunista nella Polonia del regime di Jaruzelski.

Storie al femminile

Madres paralelas, diretto da Pedro Almodóvar e interpretato da Penélope Cruz, è il film di apertura, in Concorso, della Mostra, è la storia di due donne che si misurano con i temi di una maternità dai risvolti imprevedibili, della solidarietà femminile, e di una sessualità vissuta in piena libertà e senza ipocrisie. Maggie Gyllehaal debutta in veste di regista, in concorso, con The Lost Daughter, adattamento de La figlia perduta di Elena Ferrante: è la storia di una donna che deve riflettere sulle scelte fatte nel passato, quando era una giovane madre, e sulle conseguenze sulla sua famiglia. L’événement, della regista francese Audrey Diwan, in concorso, è un film durissimo sull’aborto, e racconta la storia della sua interruzione di gravidanza clandestina nella Francia degli anni Sessanta. The Last Duel di Ridley Scott, fuori concorso, racconta la storia di una vittima di una violenza sessuale nel Medioevo, ed è un film molto attuale e legato agli anni del #metoo. Mona Lisa and the Blood Moon, di Ana Lily Amirpour, in concorso, è un film particolarissimo, che racconta la storia di una ragazza – con degli strani poteri – fuggita da una clinica per le malattie mentali.

Il Covid 19 e la guerra

Il cinema al tempo del Covid è il documentario che è stato commissionato dalla Biennale di Venezia allo specialista Andrea Segre, e sarà la preapertura di un festival in cui si parlerà anche di guerra. Sono due documentari fuori concorso Tranchées, di Loup Bureau, il racconto di chi ha passato mesi in trincea nella guerra di posizione tra Russia e Ucraina, e Republic of Silence, di Diana El Jeiroudi, ambientato in Medio Oriente, un racconto tra amore e guerra. Reflection, di Valentyn Vasyanovych, in concorso, riflette sull’orrore disumano della guerra, e la difficoltà di superare le lacerazioni che la guerra provoca. Sono tutti film da guardare con attenzione. A Venezia, o nelle nostre sale dove molti di questi film arriveranno il prossimo autunno.

 

Fonte: Redattore Sociale