Una favola per raccontare il percorso nella comunità terapeutica “L’arcobaleno”

FERMO – “C’era una volta un nanetto di nome Luccio che viveva nel mondo dei giganti. Lui era sempre guardato dall’alto verso il basso e non si sentiva all’altezza degli altri. Allora un bel giorno pensò di iniziare a fare lo spadaccino, ma senza badare alle conseguenze che gli avrebbe portato fare la vita da spadaccino.

Dopo un po’ di tempo vide che la vita da spadaccino non era così piena di avventure e, stanco di quest’altro fallimento, decise di andare via lontano da tutto.

Vagando, arrivò in un’isola incantata dove c’erano tante nuvolette colorate che si muovevano e cambiavano forma. L’isola era abitata da tanti altri nanetti che cercavano felicità e che con lui condividevano lo stesso fallimento.

Parlando con gli altri nanetti, scoprì che avevano tutti lo stesso obiettivo: quello di creare un bellissimo arcobaleno con quelle nuvolette.

Un giorno nanetto Luccio, che aveva sempre fame, scambiò una nuvoletta per una caramella e la mangiò in un solo boccone. All’improvviso dentro di lui ci fu un’esplosione di colori; subito andò a chiamare gli altri che, vedendolo così felice, decisero di mangiare anche loro una nuvoletta colorata. Camminando tutti insieme si accorsero di lasciare una scia di colori capaci di strappare un sorriso a chiunque incontrassero.

Tutto questo non poteva rimanere solo sull’isoletta fantastica e decisero di tornare nel mondo dei giganti per portare anche a loro un pezzetto di arcobaleno. Così, potendo camminare sopra a questa bellissima scia di colori, si sentì all’altezza dei giganti. E il nanetto Luccio visse felice e contento”.

(illustrazioni tratte dal volume di Icinori Issun Boshi, Orecchio acerbo editore)