In queste domeniche dopo Pasqua la liturgia insiste sulle apparizioni di Gesù. Gli Atti degli Apostoli narrano le prime persecuzioni contro i discepoli del Signore. I sacerdoti si rendono conto che il Nazareno aveva proposto una nuova Lettura dei Libri sacri. Per questo motivo proibiscono di seguire la nuova fede.
La nuova religione
C’è continuità con la fede d’Israele, ma con una interpretazione “nuova”, soprattutto a nome del Nazareno che si proclama il Messia. E’ un momento drammatico perché, dopo la morte del Cristo, c’è chi ha creduto nel nuovo messaggio. Non si tratta di novità suggerite da un profeta, ma di qualcuno che si dichiara “Figlio di Dio”. E’ un affronto che nessun israelita accoglierà mai. I riferimenti religiosi erano i Libri sacri che raccontavano gli episodi di continuità tra un popolo eletto e il resto del mondo. Ma i discepoli hanno creduto nel Nazareno a tal punto da non aver timore di essere puniti. In atteggiamento che i primi cristiani non abbandoneranno mai, nemmeno a fronte di persecuzioni ben più violente, suggerite dall’ostilità della religione romana. Molti saranno uccisi per aver mantenuto la fede al messaggio cristiano, diventandone martiri. Non mancarono i “lapsi”, battezzati cristiani che ritornarono ai culti pagani.
Il brano dell’Apocalisse assume il simbolo dell’Agnello sacrificato, richiamandosi all’esilio dell’Egitto, insieme all’immagine del Pastore e dei pani e dei pesci. Le catacombe conservano questi simboli a futura memoria. La sequela di Cristo è profonda, sincera e non violenta, rimanendo una proposta religiosa, senza costrizioni di nascita o di cultura, ma appellando all’amore di Dio e del prossimo.
La visione apocalittica sintetizza:
«A Colui che siede sul trono e all’Agnello
lode, onore, gloria e potenza,
nei secoli dei secoli».
Diverso il contesto del Vangelo. L’evangelista Giovanni racconta l’apparizione di Gesù in Galilea. Cita anche chi ha partecipato alla visione: Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Nataniele di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Nel testo è narrato l’episodio della pesca. Dopo un primo tentativo andato a vuoto, su suggerimento di Gesù, il gruppo torna a pescare e questa volta il pescato è abbondante. Si inerisce un dialogo tra Gesù e Pietro: «Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore».
Nel cristianesimo questo passo del Vangelo indica l’autorità ultima della Chiesa, il Papato. Un’indicazione al che, nella storia è divenuta complessa, anche per il luogo, Roma, dove morirono
martiri Pietro e Paolo.
Il Papato
Il primato del Vescovo della Chiesa di Roma non è riconosciuto, in età moderna da Lutero (1517)
e dalla Chiesa d’Inghilterra ( 1534). In precedenza si era verificato lo scisma d’oriente (1054), da cui la Chiesa ortodossa. Fortunatamente oggi è attivo l’ecumenismo, movimento di pacificazione tra le anime del cristianesimo. Il Papato ha avuto nel tempo molti aggiustamenti. La sua funzione primaria è quella dell’unità, garantendo liturgia, teologia, morale. Due grandi periodi riguardano la sua esistenza. Il periodo fino al XI secolo durante il quale hanno prevalso le Chiese locali sparse nei diversi territori. Si ricorreva al Vescovo di Roma solo a seguito di differenza posizioni dottrinali e disciplinari. Nel tempo la Chiesa di Roma ha assunto una dimensione centrale, riservando a sé le funzioni di guida e di giurisprudenza. Sempre più, anche e a causa della riforma protestante, la funzione del Papa e della Curia romana, con il Concilio di Trento, è diventato riferimento finale di indirizzo e di competenze di merito. Il nuovo papato dovrà affrontare una energica riforma, iniziata da Papa Francesco con il recente Sinodo, non ancora completato. Non sarà facile mettere insieme partecipazione e attenzione alle varie culture dove il cristianesimo è presente, garantendo unità. Non si tratta di essere conservatori o progressisti, quanto di partecipazione in un mondo in cambiamento profondo che richiede attenzione, senza tradire la sostanza del cristianesimo.
4 Maggio 2025 – Anno C
III Domenica dopo Pasqua
1ªLett. At 5,27b-32.40b – Salmo 29 – 2ª Lett. Ap 5,11-14 – Vangelo Gv 21,1-19