“Stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava”

Nella festa dell’Ascensione di Gesù al cielo, la Liturgia offre l’inizio degli Atti degli Apostoli. E’ difficile in termini umani e scientifici credere nella salita di Gesù al cielo. La risurrezione e l’ascensione non fanno parte della nostra esperienza umana. Da qui l’incertezza di credere a un evento importante nella vita del Salvatore, di conseguenza, per tutti i cristiani.

Il Libro degli Atti dichiara espressamente che Luca ha raccolto le notizie che gli erano giunte tramite gli Apostoli. Non conosciamo esattamente in quale anno il Libro è stato scritto. Sappiamo che il linguaggio usato è il greco antico. Forse le notizie scaturite dalla tradizione orale riguardano non la prima, ma la seconda generazione dei discepoli dopo la morte del Signore.

Questa collocazione è importante: il messaggio centrale dell’Ascensione certifica che Gesù era veramente figlio di Dio ed aveva rassicurato che il suo Spirito non avrebbe abbandonato il popolo dei credenti. Trapela nello scritto che l’attesa dei discepoli era tutt’altra.

Il regno

«Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra».

E’ la prima distinzione dell’attesa dopo la morte di Gesù. I discepoli sperano ancora in una rifondazione del Regno di Israele. Era una discussione già ricordata dai Vangeli. In Marco è l’inizio del suo Vangelo: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo». I discepoli stenteranno a credere ad un annuncio così lontano dalle attese, vi ritorneranno durante la vita di Gesù stesso. La dimensione religiosa della predicazione del Maestro è troppo lontana dalle vicende della Palestina, allora soggiogata dal potere di Roma.

Il racconto dell’Ascensione va letto nella fede, oramai matura, dopo la morte del Signore. Dall’orizzonte storico e fisico, si passa alla dimensione spirituale. Non conosciamo a quali voci si sia riferito l’Evangelista Luca per raccontare i fatti narrati. Le comunità sorte subito dopo la morte del Signore hanno finalmente compreso la dimensione spirituale del messaggio evangelico.

Stavano fissando il cielo

Ripropongono, finalmente lo scopo e l’ambito della predicazione del Maestro. Significativo il versetto: «Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo». E’ la conferma di un ricordo e di una manifestazione. Sono chiamati gli angeli per confortare i discepoli rimasti soli.

Il testo della Lettera agli Ebrei è già una riflessione teologica:
«Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l’aspettano per la loro salvezza.».

Le parole sono più esplicite: dimostrano la fede nelle parole e nell’opera di Gesù.
Il Vangelo è la sintesi che, sempre Luca, riassume: «In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».

L’attenzione è posta sulla conversione e il perdono dei peccati.» Una rassicurazione alla quale i discepoli e le generazioni successive rimarranno fedeli. Se l’attenzione è posta sul significato religioso, anche i fatti straordinari della risurrezione e dell’ascensione di Gesù si contestualizzano e assumono un valore sicuro e degno di essere seguito.

1 Giugno 2025 – Anno C
Festa dell’Ascensione
(1ªLett. At 1,1-11 – Salmo46 (47) – 2ªLett. Eb 9,24-28; 10,19-23 – Vangelo Lc 24,46-53)