siano sostenute adeguatamente, di modo che i giovani, potendo contare su una stabilità e una sicurezza economica e sociale, oltre che sulla solidarietà reciproca e sulla capacità di donarsi, possano tornare a sognare e a costruire la propria vita con fiducia. Ci sono anche Papa Francesco e il presidente del Consiglio Mario Draghi alla prima edizione degli Stati Generali della natalità, iniziativa organizzata all’Auditorium della Conciliazione a Roma dal Forum delle associazioni familiari per porre l’attenzione sulla grave crisi culturale che ha portato ad una drammatica contrazione del numero di nuovi figli, facendo dell’Italia il paese più vecchio d’Europa. Un’emergenza da affrontare uniti e subito, prima che sia troppo tardi.Draghi: “Lavoro, casa e servizi per aiutare le famiglie”
L’assegno unico: “trasformazione epocale” che aiuta le famiglie
“Il premier Draghi cita naturalmente anche l’assegno unico universale per figlio, in procinto di essere avviato dal prossimo 1° luglio, seppur non con la formula piena inizialmente prevista. “Dal luglio di quest’anno la misura entrerà in vigore per i lavoratori autonomi e i disoccupati, che oggi non hanno accesso agli assegni familiari. Nel 2022 la estenderemo a tutti gli altri lavoratori, che nell’immediato vedranno un aumento degli assegni esistenti. Le risorse complessivamente a bilancio ammontano ad oltre 21 miliardi di euro, di cui almeno sei aggiuntivi rispetto agli attuali strumenti di sostegno per le famiglie. “Si può stare tranquilli per gli anni a venire – ha detto Draghi – perché questa è una di quelle trasformazioni epocali che non certo non ci si ripensa l’anno dopo”. E a proposito di assegno unico, tema particolarmente d’attualità, ad esso si sono riferiti anche il presidente del Forum Famiglie Gigi De Palo (“facciamolo bene questo assegno: c’è un Paese unito e compatto come non mai verso questa misura”, ha detto) e poi Papa Francesco, intervenuto dopo il presidente del Consiglio, ne ha parlato, esprimendo “apprezzamento” e auspicando “che venga incontro ai bisogni concreti delle famiglie che tanti sacrifici hanno fatto e stanno facendo e segni l’avvio di una riforma che metta al centro le famiglie e i figli”.
Papa Francesco: “Le preoccupazioni paralizzano, ritroviamo il coraggio”
Nel suo intervento il pontefice ha ricordato l’inverno demografico, sempre più rigido, che l’Italia sta vivendo, sottolineando come ciò “non sembra ancora aver attirato l’attenzione generale”. “Perché il futuro sia buono – ha rimarcato – occorre dunque prendersi cura delle famiglie, in particolare di quelle giovani, assalite da preoccupazioni che rischiano di paralizzarne i progetti di vita. Penso allo smarrimento per l’incertezza del lavoro, penso ai timori dati dai costi sempre meno sostenibili per la crescita dei figli: sono paure che possono inghiottire il futuro, sono sabbie mobili che possono far sprofondare una società”. E ancora: “Penso anche, con tristezza, alle donne che sul lavoro vengono scoraggiate ad avere figli o devono nascondere la pancia. Com’è possibile che una donna debba provare vergogna per il dono più bello che la vita può offrire? Non la donna, ma la società deve vergognarsi, perché una società che non accoglie la vita smette di vivere. I figli sono la speranza che fa rinascere un popolo!”. Papa Francesco ha poi messo in evidenza tre punti, richiamati dalle parole “dono”, “sostenibilità” e “solidarietà”. In particolare per il papa “abbiamo dimenticato il primato del dono, codice sorgente del vivere comune” e ciò “è avvenuto soprattutto nelle società più agiate, più consumiste: dove ci sono più cose, spesso c’è più indifferenza e meno solidarietà, più chiusura e meno generosità”. “La cultura del futuro – ha detto – non può basarsi sull’individuo e sul mero soddisfacimento dei suoi diritti e bisogni. Urge una cultura che coltivi la chimica dell’insieme, la bellezza del dono, il valore del sacrificio”. Ed esorta a “ritrovare il coraggio di donare, il coraggio di scegliere la vita”. Serve una sostenibilità generazionale, evitare di seguire modelli miopi e invece “avere il coraggio di inseguire sogni grandi, di sacrificarsi per gli altri”. Solidarietà, che non può essere solo “spontanea e generosa”, ma strutturale, per poter dare “sostegno alle famiglie e aiuto alle nascite”. Perché “se le famiglie non sono al centro non ci sara’ futuro, ma se le famiglie ripartono tutto riparte”.