E’ stata pubblicata una foto del Papa malato; di lato, si intravede appena un po’ di viso. Conosciamo bene la sua condizione perché nella nostra comunità esiste chi ha insufficienze respiratorie. Magari per malattie diagnosticate per le quali non esistono cure risolutive (Sla, Sma, distrofie …). Con tali problematiche si riesce a vivere dignitosamente, anche a lungo tempo, anche se occorrono attenzioni particolari contro bronchiti e polmoniti.
Speriamo che il Pontefice riesca a superare l’infezione. Ritornare alla condizione di libertà dal bisogno di ossigeno è indispensabile per una vita impegnativa del capo della Chiesa. Non è più in discussione il rischio della vita, ma la possibilità della vita intensa come ogni Pontefice è chiamato a vivere. Non sono intaccate le facoltà intellettuali e volitive: l’attenzione è sulle mancate libertà di movimento.
Le preghiere che da tutto il mondo si rivolgono a Dio per la sua salute siano più intense e complete. La condizione di dipendenza da respirazione porta sempre in strutture ospedaliere, dove solo sono possibili cure adeguate. Abbiamo bisogno della sua presenza e delle sue parole. Il mondo sta dirigendosi verso la tripartizione di terre e di popoli, senza adeguate condizioni di pace giusta e duratura per le parti offese.
Un mondo che appare, ad una lettura superficiale, caotico. In realtà le cosiddette ragioni di Stato conducono alla spartizione di terre, di ricchezze e di popoli, vittime di aggressioni e di soprusi. Impressiona che alla base delle trattative della guerra d’Ucraina siano poste condizioni economiche per le terre rare e per il dominio di territori. Forse ogni pace, dopo le guerre, si conclude con l’arricchimento dei vincitori. A volte giustamente, spesso ingiustamente. Le condizioni sono dettate da loro, i quali, lungi dall’essere giusti, sono approfittatori dei loro interessi. Basta ricordare i confini delle nazioni dettati dopo conflitti regionali e coloniali in Africa e in Asia.
Per chi, da lontano, osserva e si interroga, non c’è molto da fare. Coscienze critiche, manifestazioni servono a non perdere i principi essenziali del rispetto e della giustizia, sentimenti che sono sottoposti a giudizi contrapposti e personali. La conclusione è sempre la stessa: la pace si crea nelle relazioni personali, familiari e sociali: uno spirito che alimenta la cultura di mitezza.