Il sistema sanitario in Italia, pur soffrendo di alcune criticità, è efficiente e copre l’intero territorio nazionale. Le difficoltà maggiori si riscontrano nelle liste d’attesa e nel pronto soccorso. E’ un sistema di tutela della salute universale e gratuito, anche se non perfetto. L’obiettivo, giustamente, è quello della guarigione. In moltissimi casi tale risultato si raggiunge. Esistono patologie dalle quali, purtroppo, non si guarisce: per la cronicizzazione della malattia o perché la medicina non ha strumenti per risolvere la patologia.
Le persone che rimangono nella condizione di “malati” sono milioni: per la plurimorbilità oppure per conseguenze di eventi morbosi, senza prospettiva di soluzione. E’ il cosiddetto mondo della riabilitazione che produce non autonomia. Si pensi all’invecchiamento che riduce libertà e indipendenza. La spinta generale all’efficienza, in termini di salute, di movimenti, di condizioni perfette, ha come obiettivo la guarigione. Le risorse scientifiche, economiche, strutturali sono considerate marginali. Da qui una sperequazione rispetto alla salute, comunque da tutelare.
Si instaura, erroneamente, la tendenza a concepire le cure, oltre la guarigione, come inutili tentativi e dispendiosi. E’ un grave errore: molto spesso l’autonomia, se sorretta adeguatamente, può ancora garantire una vita dignitosa. Da qui la necessità di inventare strutture e “luoghi” adeguati a permettere una vita individuale sufficientemente libera e “normale”.
Il cohousing è uno degli strumenti: alloggi autonomi, ma sorretti da un minimo di garanzia di tutela dei bisogni. Si recuperano energie, vita tranquilla e anche “normalità”. Una seconda tendenza è intercettare le risorse delle famiglie di origine: non solo per la presenza, ma anche per gli aiuti. Esiste una fascia di persone che potrebbero essere autosufficienti se seguiti e sorretti, senza la necessità di accoglienza in strutture specializzate.
E’ un impegno che, nel tempo, si aggraverà: la medicina aiuta a vivere, non sempre a guarire, ma a raggiungere un equilibrio che, sorretto, diventa indipendente.