Riflettendo a distanza, con il buon senso e non con strumenti raffinati di analisi e giudizio, la sensazione guardando ai fenomeni del mondo, è quella dell’implosione. Le guerre, i campi profughi, le violenze gratuite, i disastrai ambientali sono indice non di nemici, ma di qualcosa che sta ribellandosi all’interno della convivenza.
Il benessere, cercato all’infinito, violando le regole della convivenza fino a qualche decennio fa date per certe, sono saltate. In politica il potere è stato sdoganato in termini smodati: invasione di territori, lotta alla sopravvivenza, crudeltà, colonialismi non hanno margini. Eventi assodati come “normali”: le organizzazioni internazionali sono state svuotate dai loro poteri; è stata riservata loro la sola funzione di sostegno caritatevole. Milioni di persone in campi profughi, senza alternative e senza futuro.
I popoli benestanti si stanno chiudendo in se stessi, nonostante siano invecchiati e abbiano al loro interno gravi disuguaglianze: nell’istruzione, nella tutela della salute, nelle risorse economiche. I miliardari aumentano insieme alle famiglie dal lavoro povero. Le relazioni intime, quali le famiglie, gli amici, i territori, registrano episodi di violenza e intolleranza gratuite.
Ai giovani non sono offerti sogni e prospettive. L’ossessione per l’evoluzione tecnologica è diventata obiettivo e non strumento. La natura offre segni evidenti di stanchezza e di rottura, alternando siccità e inondazioni. Questa implosione non ha raggiunto l’apice: assisteremo ancora a prevaricazioni e violenze.
L’impero occidentale è in decadenza: irrazionalità e abusi continueranno. La stessa Chiesa cattolica ha invocato speranza: una visione che ancora deve avverarsi, appellando alla profezia, per non dire autenticità, coraggio per la visione evangelica. Si affanna in linguaggi e prospettive che non risolvono la svolta. Il male peggiore è la mancanza del giudizio critico: se il meglio non è ancora stato raggiunto, almeno la coscienza di doverlo fare. Si inseguono fatti, situazioni problematiche, tradotte in piccole polemiche infantili e fuorvianti. I nodi non solo non si affrontano, ma nemmeno si percepiscono; figurarsi un nuovo orizzonte.
Lo shock sarà prodotto dalla natura e dall’umanità. La natura non dimentica e non perdona. Ha le sue leggi e si ribellerà: procurerà tragedie e devastazioni. I popoli giovani e affamati dall’Africa e dall’Asia invaderanno le terre del vecchio continente. Solo allora l’umanità sarà riportata a nuovi consigli e si aprirà la nuova “fase storica”. Gli equilibri deriveranno anche da quanto con coscienza critica è stato in parte preparato per la l’era che deve arrivare.