Nell’occidente e anche nel mondo intero è nota la data del 25 Dicembre perché si celebra la nascita di Gesù Cristo, riferimento essenziale per ogni cristiano. In verità è diventata un’occasione di festa, con l’aggiunta del Lunedì dell’Angelo. Quest’anno le celebrazioni sono state avviate in anticipo: sul versante commerciale e anche per le ricorrenze religiose.
Considerata la condizione precaria dei consumi, i lanci per le feste natalizie, a cui aggregare anche il 1° dell’anno, hanno iniziato già da novembre. Sono in crescita le offerte di sconti e strenne. Sul versante religioso la novità è l’apertura del Giubileo fissata per la fine dell’anno.
La nascita di una creatura porta sempre commozione, per il Natale è grande, grazie anche a San Francesco che ha inventato il presepio per far rivivere la nascita di Gesù povero, in una capanna, tra il bue e l’asino, con gli angeli, le pecore, e infine i magi. La nascita di Cristo è anche un profondo mistero, difficile da accettare, se non con una profonda fede.
La sintesi migliore l’ha scritta il Vangelo di San Giovanni, con un inno dall’apparenza difficile da comprendere, in realtà molto vero. Egli intesta la presenza di Dio con il termine Verbum, così tradotto da San Girolamo nella traduzione in latino dalla versione greca. Se il termine verbum è tradotto con parola, il significato del mistero della natività è esplicito. Dio ha parlato con parole umane, trasmesse da Cristo, per farsi comprendere chi egli è e come agisce.
La nascita di Gesù diventa il tramite tra il mistero di Dio e il mistero dell’uomo. Dio non è più il motore immobile di Aristotele o la causa ultima di San Tommaso, ma un essere vivente che ha creato e si preoccupa delle vicende umane. Dalle testimonianze dei discepoli del Signore apprendiamo i principi della “nuova religione”, nata dalle radici ebraiche, portata a compimento.
E’ una religione liberatrice: il suo fondamento è amarsi reciprocamente e amare Dio fonte della vita. Senza discriminazioni, senza confini, nel rispetto delle persone e del creato. Nel tempo sono state formulati riti, comandamenti e prassi religiose. La base rimane di una semplicità estrema che appella allo sviluppo e all’armonia del creato.
Anche di fronte agli errori contempla il perdono come speranza di cambiamento. Una religione che orienta senza imporre, che propone senza obbligare. Per questi motivi la festa è gradita e vissuta.