E’ stata presentata la nuova Ferrari F80 Supercar. Le caratteristiche, ben sottolineate da un articolo-pubblicità di Repubblica, Lunedì 21 Ottobre 2024, dicono che costerà 3.6 milioni per 799 esemplari. Le caratteristiche sono 1.200 cavalli, 2,15 secondi da 0 a 100 k/m ora, 5,75 secondi da 0 a 200 K/m ora; velocità massima 350 Km/h. Dicono che il marchio Ferrari sia uno dei più conosciuti nel mondo, con altissimo valore commerciale valutato 10,2 miliardi.
Il sogno di possedere una Ferrari affascina molti ragazzi e adulti. In realtà è desinata ai ricchissimi, alcuni dei quali la considerano un investimento da tenere in garage super sicuri, in attesa della rivalutazione. La domanda è: a che servono automobili così?
Le risposte sono varie: brivido, ostentazione di potere, unicità di proprietà, capriccio. La risposta saggia è: non servono a nulla. Una specie di giocattolo per pochi desiderosi di possedere quanto altri non potranno mai permettersi. Non sappiamo quanti manager, progettisti, ingegneri, tecnici, operai lavorano al progetto; sono sicuramente sicuri di avere lo stipendio per campare.
Negli stessi luoghi, per ben tre volte in pochi mesi, le piogge hanno prodotto disastri, facendo perdere tutto a molte famiglie. Chissà che non valga la pena destinare qualche risorsa per mettere in sicurezza il territorio. La libertà di impresa non può essere condizionata rispondono in molti: alla base dello sviluppo industriale e occupazionale c’è la produzione e la Ferrari procura ottimi risultati.
Forse le istituzioni pubbliche (Governo, Regione) potrebbero mettere insieme le contraddizioni: un operaio con un buon stipendio in fabbrica non può tornare a casa e trovarla alluvionata. E’ un percorso molto difficile perché nella concezione comune se un’azienda è prospera non può essere smantellata.
Le contraddizioni si superano se lo sguardo alla vita delle persone è considerata in tutta la complessità e non soltanto a pezzi, separando lavoro, casa, produzione, consumi e benessere.