“Senza conservanti” la rubrica di Vinicio Albanesi. N.75 – LA MANOVRA

A metà Ottobre di ogni anno in Italia inizia la lunga discussione sulla manovra economica che il Governo deve presentare per la programmazione della spesa. Solo pochi specialisti sono in grado di leggere le disposizioni legislative. Le notizie che ricevono gli italiani sono se la coperta è stretta, quale debito complessivo ha l’Italia, che succede al rinnovo dei contratti, alle pensioni, alle tasse, soprattutto quelle sulle case. Si susseguono dibattiti, richieste, sforamenti, dettagli. Peggio del mercato del pesce. Alcuni dati sono oramai assodati. Il nostro paese ha un enorme debito; la produttività è bassa, i servizi sono ipertrofici, l’evasione è enorme. Tutti piangono miseria: l’industria, il commercio, la sanità, la scuola. Nessuno che programmi a medio termine, per sapere come risalire la china. Si vive alla giornata e un qualche accordo avverrà.

Invece il futuro va affrontato. Forse il dato più preoccupante è l’inverno demografico. Se non nascono bambini, tutto lo schema di sviluppo si blocca. Contro l’invecchiamento occorre intervenire. Mancano pensieri più che risorse. L’attenzione è sbriciolata in mille rivoli, con la situazione che, lentamente e inesorabilmente sembra aggravarsi. Individualmente si può far poco. La vita di un paese occidentale è onerosa: si paga tutto e profumatamente. Se non consumi ti fanno sentire in colpa perché non si vende e alcuni lavoratori potrebbero restare disoccupati. Ti chiedono di cambiare l’auto perché inquina, ma le auto elettriche costano una tombola e la ricarica delle batterie dura un’eternità. Forse una saggia scelta sarebbe rallentare la vita: più essenziale, meno puntigliosa, meno veloce, meno tutto. Qualcuno ci sta provando: è descritto come un eroe o un eremita moderno che coltiva terreno, non cambia abiti, nemmeno la televisione.

Ritorna la regola di San Benedetto che ai suoi monaci concedeva solo una volta la settimana la carne, raccomandava molti legumi e proibiva il vino, con sveglia all’alba e riposo appena tramontato il sole: potevano però fare un pisolino subito dopo pranzo. Forse la scarsezza delle risorse costringerà alle antichissime abitudini, eccetto per i ricchi, sempre esistiti, che riescono a guadagnare anche in tempi di guerra.