I dettagli dei piaceri hanno trovato nel cibo e nelle bevande uno dei territori di attenzione, ma anche di mercato molto fertili. Trasmissioni televisive, concorsi, giochi, inchieste si occupano del mangiare con ricette rivoluzionarie, per tornare alla dieta mediterranea. Fa senso, con tutti i problemi che esistono nelle nostre terre, che un’attenzione così alta sia dedicata al mangiare.
Non c’è evento privato e pubblico che non preveda un aperitivo, un pranzo o una apericena. Miliardi e miliardi di spesa per le festività, le vacanze, il divertimento. Maestri del cibo, o presunti tali, sono diventati divi. Ogni protagonista va alla ricerca di quell’angolo che lo renderà celebre: primi, secondi, dolci fino ad inventare la pizza con nutella. Il tutto condito con bevande di alta qualità: di annata, doc, effervescente, fermo, bianco, rosso, rosato, di vitigni selezionati, in territori dedicati.
Il nutrimento risponde all’esigenza primaria del sopravvivere. Se da necessità diventa problema, penserà la scienza a porre rimedi. Hanno scoperto che il farmaco Ozemic, destinato al diabete di tipo B, ha effetti dimagranti del 15-20%. La produzione in Danimarca è esplosa, con ritmi di produzione giorno e notte. Logica vorrebbe una regolamentazione a monte, mangiando e bevendo di meno. Non è così. Eppure, sono ancora vivi i ricordi dei nostri magri cibi degli anni ’50-’60.
La riflessione non è solo sul cibo, ma in molti dettagli della vita dell’Occidente: hanno portato benessere, ma hanno avuto effetti distorsivi molto problematici per le comunicazioni, i trasporti, i risparmi, i legami familiari. Sono cambiamenti che hanno prodotto instabilità invece che armonia; problematicità invece che soluzioni. Non sappiamo come, nel tempo evolverà la storia. Sicuramente la natura imporrà uno stop alla crescita infinita e nemmeno razionale. Speriamo che non sia traumatica, come la guerra, la siccità, l’invasione straniera. Sicuramente la riflessione critica di chi ha cuore il benessere del mondo riuscirà a lenire gli effetti negativi di uno sviluppo che non è più tale.