Esploso il caldo dell’estate, sta iniziando il grande esodo per le vacanze. Le direzioni sono tre: lunghi viaggi in terre lontane, al mare, in montagna. Qualche rarissimo in eremitaggio. Gli economisti dicono che il settore economico trainante che permette l’aumento del PIL. Si parla di diecine di miliardi. Una buona notizia perché i consumi salgono e gli occupati aumentano. Ciò che impressiona è la pochezza delle occasioni offerte. Ogni angolo d’Italia si inventa e recupera giochi, tradizioni, incontri, festival, rievocazioni storiche, pur di far divertire la gente. In realtà le vacanze servono a espellere emozioni, sogni, angosce accumulate durante l’anno. Non è importante ciò che si incontrerà, ma ciò che si desidera incontrare.
Il comune denominatore è “staccare la spina”: in bicicletta, in barca, a piedi, in solitudine o addirittura non fare nulla: nemmeno leggere il giornale o seguire i telegiornali. Le vacanze rappresentano una specie di liberazione dalle scorie del tempo trascorso. Il problema è se riescono: aspettarsi da spiagge, monti, laghi, cibi e tradizioni la purificazione è illusione. Aiutano se accompagnano quanto si è vissuto tutto l’anno. Da questo punto di vista anche chi non si muove da casa per pigrizia, per mancanza di risorse, per scelta ottiene gli stessi risultati di quanti hanno meticolosamente programmato la settima costosa e diversa.
L’errore frequente è chiedere a tempi, luoghi scelti fuori casa, quanto non possono dare. Inutile aspettarsi la soddisfazione da ambienti che non possono essere adeguati ai bisogni, pure se scelti. Il mondo che si vive è caotico e complesso, anche nella semplicità di una vita “normale”. Avere momenti di pausa fa bene. Le stagioni privilegiate sono l’inverno e l’estate: per tradizione, ma anche per organizzazione e cultura. L’augurio è che ciascuno possa vivere momenti capaci di riflettere, rivedere, programmare la propria e l’altrui vita. I modi per farlo sono i più disparati. Senza dimenticare che esistono milioni di persone nel mondo che non conoscono vacanze, perché costretti a sopravvivere. Disparità che accompagnano la storia dell’umanità. Un pensiero che aiuta a non esagerare e ad impegnarsi perché un maggiore equilibrio possa essere raggiunto. Né si dica che non è possibile fare nulla: il mare è composto da gocce d’acqua. La cultura è sempre il risultato di particelle coese.