Ogni anno si ripresenta lo scempio del caporalato. Qualche episodio drammatico arriva alla cronaca nazionale, per essere dimenticato, senza che nulla cambi. La morte di Satnam Singh, in quel di Latina, con il braccio tranciato da una macchina e abbandonato presso la casa, senza essere trasportato in ospedale ha destato sdegno breve e distaccato.
Nessuno sa quanti siano i regolari e irregolari che raccolgono patate, pomodori, pere, mele, uva, cocomeri, meloni, ortaggi a prezzi irrisori. La catena dell’alimentazione è complice nei vari passaggi: dai produttori, ai grossisti, alle catene di distribuzione, fino ai consumatori. I prezzi bassi sono garantiti dai pochi euro all’ora, per molte ore al giorno, pagati a chi lavora nei campi, organizzati da caporali che provvedono a garantire manodopera.
Le recenti proteste degli agricoltori sulle politiche comunitarie si sono guardate bene dal porre il problema della manodopera: una scala terribile che parte e ritorna ai deboli che garantiscono e pagano l’equilibrio del mercato. Così per i magazzini generali, per la pesca, per la manifattura, per l’edilizia, per ogni lavoro faticoso, a bassa specializzazione.
Si garantisce così una società brillante, molto esigente, attenta ai prezzi, senza porsi nessuna domanda su chi produce. Si alternano, a seconda dei settori, caporalati primitivi, ma anche subappalti programmati e sottoscritti. Salvo scrivere nelle etichette che i processi di produzione sono garantiti da regole rispettate.
Un meccanismo infernale che va avanti, con raffinatezza, lasciando pagare il prezzo a chi è costretto ad accettare ogni sopruso per sopravvivere. Senza case, senza servizi, senza nulla. E’ il meccanismo della produzione e del consumo: vengono in mente le scene dei film americani dove i neri e le nere che facevano da sguatteri nelle case dei coltivatori della canapa. Sembrano cambiati i dettagli, ma non la sostanza.
Soltanto il risveglio della coscienza delle vittime potrà cambiare il clima oppressivo. Si sta verificando per le badanti: quattro soldi per assistere un’intera settimana, ma ora non si trovano più. I ristoranti, gli chalet non trovano camerieri; arrivano dall’est, ma ancora per poco. Se la furbizia dei benestanti non si allenterà, penserà il mercato stesso a suggerire cambiamenti. La classe media piangerà, i governi diranno che non ci sono risorse: si salverà chi ha più risorse, come sempre: la categoria degli schiavi purtroppo sopravvivrà contro l’ingordigia dei ricchi.
Epulone.