E’ frequente il caso di malattie che diventano incurabili e portano alla morte. La differenza rispetto al passato dice che esistono cure che accompagnano al fine vita, gestendo dolori, alimentazione, medicinali. Sono utili proprio perché accompagnano l’ultimo pezzo di vita. Non si può vivere momenti delicatissimi della malattia senza medicinali, consigli, indicazioni.
Non sono molti i professionisti capaci ed esperti di tali cure. Parlando con una dottoressa, le chiedevo se fare quel mestiere fosse particolarmente pesante. Mi ha risposto di no: “il mio compito è di far vivere nelle migliori condizioni. A volte sono brevi periodi, a volte durano mesi. Se riesco a gestire umanamente e professionalmente le persone affette da malattie infauste ho svolto il mio compito”.
Si tratta in realtà di una branca della medicina che prevede la gestione degli eventuali dolori – quasi sempre presenti – del nutrimento, dell’alimentazione, delle condizioni generali cliniche. Oltre alla persona malata trovano giovamento anche le famiglie che vedono spegnersi un loro caro. I medici di tutte le altre specialità scompaiono. Hanno fatto tutto li possibile per guarire; quando gli interventi sono terminati dicono a sé stessi che non possono fare nulla: scompaiono, lasciando alla famiglia il compito di un’assistenza sconosciuta e dolorosa. La presenza di un professionista che conosce le dinamiche dell’ultimo periodo di vita, rassicurano chi è vicino al malato.
Le attenzioni per la salute di chi se ne sta andando sono complesse: il cuore, le funzioni respiratorie e renali, il cibo, le cure precedenti, gli psicofarmaci, gli antidolorifici. Senza la professionalità che garantisce conoscenza e competenza, si possono compiere errori, procurando ulteriori difficoltà a chi ha poco tempo da vivere. Queste cure chiamate palliative dovrebbero esser convertite in cure coadiuvanti per resistere e per una morte dignitosa.
Il desiderio di morire si verifica solo in due circostanze: se il dolore fisico è ingestibile, se la solitudine vede nella morte la liberazione. Accudendo e intervenendo la vita è molto più forte della morte.