E’ evidente la disparità tra le molte Chiese esistenti nei territori e il minor numero di persone che frequentano le funzioni religiose. Il fenomeno si fa grave per i piccoli centri dell’entroterra delle Regioni che soffrono lo spopolamento; le emigrazioni verso le coste o in nuove periferie hanno stravolto l’equilibrio di vita, caratteristico degli anni ’60.
Il fenomeno è aggravato dalla glaciazione demografica. Nascono meno figli, la popolazione invecchia, la speranza di vita si è allungata. Da qui il dilemma di come agire. La popolazione anziana è affezionata alle proprie devozioni e alla propria Chiesa; chiede la presenza dei sacerdoti, almeno loro – dicono – perché i servizi generali scompaiono là dove i numeri non ne garantiscono la sopravvivenza. Scuole, uffici postali, sportelli bancari, negozi alimentari, farmacie chiudono per collocarsi in bacini di popolazione sufficienti a garantirne la sostenibilità.
Ma anche le vocazioni religiose sono in diminuzione: meno giovani, meno vocazioni, meno presenze religiose. Fin ad ora si è supplito aggregando le piccole Parrocchie con un unico prete, sfoltendo le celebrazioni e recuperando il sabato pomeriggio. Si arriva al numero di cinque Parrocchie per un solo Presbitero. Nel recente passato si è scelta la via di sacerdoti stranieri provenienti dall’Africa, dall’India, dalla Polonia (con il Pontefice Giovanni Paolo II). Soluzioni posticce, data la precarietà di queste presenze e il divario di formazione e cultura. Il problema è rimasto irrisolto, mancando il coraggio di iniziative che rinnovassero la tradizione religiosa. Il tempo sgretola i muri e, senza una nuova cultura religiosa, l’abbandono sarà irreversibile.
Una difficoltà più profonda è la non capacità di leggere il cambio della mentalità corrente. Sembra che la secolarizzazione abbia annullato la spiritualità delle persone. In termini liturgici in età moderna – diceva un noto teologo – non abbiamo inventato nulla. Le pratiche religiose sono ferme a qualche secolo addietro, confondendo così la disaffezione con la diminuzione della fede. La difficoltà maggiore deriva dall’aver sottovalutato il mondo emotivo della fede insistendo sull’intelligenza e la volontà. Se si avrà il coraggio di percorrere altre strade anche i luoghi religiosi torneranno ad essere frequentati.
La dimensione spirituale è presente in ogni creatura umana, né scompare al di là delle forme che desidera.