Si invocano sempre più spesso i diritti di ciascuno, siano essi fanciulli o adulti, a riguardo della vita, della famiglia, dell’educazione, dell’inclusione, della politica, dell’economia. Si scende spesso a livello di coscienza: basti pensare alla definizione della propria identità, al fine vita, alla procreazione, al suicidio assistito, al lavoro, all’immigrazione, alle disuguaglianze. Sono argomenti importanti, resi pubblici grazie alla rete che fa conoscere opinioni, tendenze, indagini vere e proprie.
La differenza tra desideri e diritti si è fatta stretta, non si conoscono esattamente quali siano i rispettivi confini. La domanda che ne deriva è: quando un desiderio diventa diritto? Dove e per chi? L’affermazione dei diritti civili ha una storia consolidata, con dichiarazioni solenni a livello internazionale (Onu), europeo (Ue), nazionale (la Costituzione). Le difficoltà di fronte a solenni principi non sono molte: l’uguaglianza, il rispetto, la dignità, la ricerca della pace, il rispetto dei confini sono diventati opinione comune e condivisa.
Le difficoltà si incontrano quando i principi sono calati in leggi specifiche. Gli esempi sono molti: il desiderio di essere cittadini del mondo e i confini delle nazioni; il desiderio di avere un figlio o non averlo; avere una famiglia certificata o una convivenza di fatto; la cura per la vita o la sua soppressione. I problemi si risolvono solo con le leggi del singolo Stato. A cui segue la domanda: chi determina se un desiderio può diventare diritto? Da una parte si afferma che lo Stato è laico: non fa riferimento a civiltà o etiche civili e religiose, dall’altra si arroga il diritto di stabilire leggi che hanno diretto riferimento a principi etici.
Il problema è acuto perché nell’affermazione della propria coscienza ogni etica diventa personalizzata, che sia o no prevista dalle leggi. La conclusione amara certifica che i desideri diventano diritti se sorretti da chi è più forte: in economia, in cultura, in comunicazione. In parole amare da chi ha potere. Gli ultimi diventeranno penultimi se chi ha interessi lo decide. Esempio lampante sono gli immigrati: contro di loro si attenuano le paure a fronte del gelo demografico della vecchia Europa. Così è stato per il suffragio universale alle donne in Italia nel 1946 e l’immigrazione di operai dal sud al nord d’Italia per la richiesta di manodopera della Fiat.