Dopo molti anni ho riproposto per i ragazzi del catechismo della Comunione e della Cresima, di attivare un campo scuola in montagna. Una settimana di vacanza e di formazione, per aggregarli, oltre l’ora di catechismo settimanale, recuperando anche così le assenze durante l’anno.
Non tutti si sono iscritti, ma un buon numero. Conosco bene i meccanismi della settimana del campo scuola. Occorre seguire i ragazzi per tutta la giornata con una serie di iniziative e di tempi che li diriga. Non è difficile gestirli, perché fuori casa non sono così spavaldi come sembrano. Hanno una camera diversa, anche il cibo è diverso e soprattutto il loro tempo è ritmato, lontano dalle figure familiari. Quando sono insieme occorre avere la capacità della narrazione: a loro piacciono le storie. Se non le conosci, occorre inventarle. Al termine della settimana conserveranno un buon ricordo del campo scuola.
Ciò che mi ha meravigliato è stata la preparazione con i loro genitori. Nel passato i familiari volevano sapere il luogo del campo, la spesa necessaria e le date di partenza e di ritorno. Sono rimasto esterrefatto dall’indagine che i genitori, quasi tutte mamme, ora hanno attivato prima della partenza. Sono andate a verificare il posto per capire sicurezza, vie di fuga, gli assistenti, il loro numero, l’assicurazione contro gli infortuni, etc. Mi sono meravigliato perché qualche anno fa non era così.
Ho riflettuto concludendo con due pensieri: uno positivo, l’altro negativo. I genitori di oggi accudiscono i figli fin nei dettagli; la loro ansia è palese per eventuali disavventure. Non si fidano di quanto assicuri, vogliono verificare per concludere con le loro certezze. La seconda negativa: il rischio di non iniziare a rendere i propri figli autonomi. Così succede per la scuola, per gli amici, per il loro tempo.
Il dramma avverrà quando i ragazzi inizieranno, con l’adolescenza, a staccarsi da questi legami così intensi, con la conseguenza che i genitori e i figli non sapranno comunicare. Impressionano gli episodi trasgressivi di gruppi di adolescenza. Una delle spiegazioni è che non sono stati addestrati ad agire con saggezza e autonomia.