“Senza conservanti”, la rubrica di Vinicio Albanesi. N.103 – LASCIA STARE I SANTI

L’attesa dell’elezione del nuovo Pontefice si è tramutata in una specie di sceneggiatura di film. Si è attivata una serie di notizie, di previsioni, di interviste, fino ad arrivare a un gioco chiamato toto-papa. La partecipazione di fedeli al funerale di Papa Francesco e alla visita della sua tomba è stata ampia oltre ogni previsione. Le persone si sono commosse, dimostrando benevolenza e attaccamento al Pontefice argentino. Forse per il suo stile austero, per il linguaggio diretto, per la difesa dei fragili, per gli appelli alla cessazione delle guerre, invocando in tutti i modi, la pace.

L’attesa del Conclave, con l’elezione del nuovo Papa, si è tramutata in una miriade di ipotesi, volendo indicare il nuovo Pontefice: italiano-straniero, progressista-tradizionalista, giovane-vecchio? Pur volendo rendere trasparente l’elezione del nuovo Papa, si è esagerato rendendo spettacolare un evento che è prima di tutto religioso. Lo spirito santo con le fumate bianche o nere, le liturgie eucaristiche con le date di nascita dei cardinali, le meditazioni con i curricula degli elettori hanno poco a che fare con il religioso.

E’ stato travolto il detto «scherza con i fanti, lascia stare i santi». Il clima celebrativo è figlio di una cultura oramai totalmente laica, capace di interferire in un evento importante per tutta la Chiesa. Forse è arrivato il momento di cambiare registro. E’ necessario cambiare le regole delle successioni papali. L’esempio più pertinente è dato dalle elezioni dal Padre generale di grandi congregazioni: gesuiti, francescani, salesiani, domenicani. Si radunano per 15-20 giorni in un luogo riservato. Discutono dei problemi riguardanti il loro ordine e il bene della Chiesa. Fanno una preselezione dei candidati per poi eleggere il Superiore maggiore, con le relative cariche dei collaboratori. Una relazione pubblica racconterà ciò che si è deciso a riguardo dei grandi temi della Chiesa.

Ricorrere a liturgie antiche, vestiario d’epoca, in luoghi prestigiosi può non significare solennità: oggi, almeno in Occidente, è giunto il momento di adeguarsi a modi antichi e nuovi di esprimere il successore della Chiesa di Roma. Senza offesa è utile rifuggire da atteggiamenti mondani, insistendo sulla sacralità del gesto, accompagnato da preghiera in fiduciosa attesa.