La morte di Papa Francesco è stata occasione di una partecipazione al suo funerale di migliaia e migliaia di persone da tutto il mondo, di tutte le età. In concomitanza della presenza del giubileo dei giovani, la mestizia della morte si è tramutata in commozione, senza rimpianti, nel ricordo di una persona che ha dedicato la sua vita invocando la pace. La presenza di capi di Stato ha contribuito a creare il clima positivo per il mondo intero. I suoi funerali sono stati vissuti come nostalgia di una persona che ha accolto tutti, benedicendo, aprendo orizzonti, invocando coraggio, dialogando.
La liturgia della seconda Domenica di Pasqua ha riportato la visione dell’Apocalisse che si riferisce a Cristo: «Non temete! Io sono il «Primo e l’Ultimo e il Vivente. Ero morto, ma ora vivo per sempre e ho le chiavi della morte e degli inferi». Parole che possono essere interpretate in vario modo. L’accento va posto sul vivente. Il clima di speranza e di pacificazione che percorre le vite di tutti gli uomini e donne, si intreccia in un momento storico che chiede resistenza. Non è contraddizione, ma l’armonia tra persone e popoli è da costruire nella dualità del bene e del male. Da qui la resistenza per raggiungere gli equilibri.
Tutta la storia dell’umanità è attraversata da periodi pacifici e rabbiosi. In termini personali solo la coscienza critica e la coerenza garantiscono la convivenza pacifica. E’ necessaria la speranza: la visione futura che considera non soltanto il male doloroso, ma anche il bene silenzioso. Vale anche per la Chiesa. Sono invocate riforme. La caratteristica dei messaggi del Papa è stata quella di riferirsi al Vangelo. La chiesa nei secoli si è strutturata; più volte sono intervenute le riforme anche poderose: dalla liturgia alla teologia, dalla morale alle leggi.
La Sinodalità su cui si sta concentrando l’attenzione è il nucleo da riportare al centro delle riforme necessarie. La Chiesa, composta da battezzati e battezzate, può ritrovare l’anima con la quale annunciare la religiosità cristiana. Il Vangelo di Gesù ha valore anche se il popolo cristiano sta diventando, almeno in Occidente, minoranza. Pur nei cambiamenti epocali della scienza, dell’economia, dell’organizzazione civile, della famiglia, l’invito a volersi bene come a se stessi, non dimenticando Dio, Padre creatore, ha pur sempre valore.