IL SOGNO DI UNA CHIESA DIVERSA. Un canonista di periferia scrive al Papa

“Non sono più sufficienti i richiami personali all’umiltà e al servizio di chi ha responsabilità nella Chiesa. L’impalcatura dell’organizzazione ecclesiale va riformata: con umiltà e coraggio, appellando agli insegnamenti evangelici. Non solo le persone debbono essere evangeliche, ma anche l’organizzazione”. Con un linguaggio schietto e senza giri di parole, in un centinaio di pagine don Vinicio Albanesi sintetizza la sua proposta di riforma ecclesiale. Rivolgendosi direttamente a Papa Francesco, il presidente della Comunità di Capodarco – che si definisce “canonista di periferia” e “parroco di campagna” – gli propone di codificare nero su bianco nel Diritto canonico un maggiore coinvolgimento dei laici e di tutto il popolo dei credenti nei ruoli di responsabilità.