“Il problema che ha la scuola sono i ragazzi che perde”. Capodarco contro la dispersione

“NO NEET – Il principale problema che ha la scuola sono i ragazzi che perde“. E’ in questo titolo tutto il senso del progetto presentato dalla Comunità di Capodarco al Bando Adolescenza (11-17) indetto dall’impresa sociale Con i Bambini e rivolto alle organizzazioni del Terzo settore e al mondo della scuola. Quello di Capodarco è tra le 17 proposte finanziate su 800 circa presentate. In totale sono stati 86 i progetti approvati, di questi 69 per la graduatoria A (regionali) e 17 per la graduatoria B (multiregionali, in cui rientra “NO NEET”). Selezionati tra le 248 proposte ammesse alla seconda fase, partecipavano tutti allo stesso obiettivo: “promuovere e stimolare la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di dispersione e abbandono scolastici di adolescenti nella fascia di età compresa tra 11 e 17 anni”. Sono state coinvolte 2.748 organizzazioni (tra enti del Terzo settore, scuole ed enti locali). Ai progetti per gli adolescenti sono stati assegnati in totale 74 milioni. Il finanziamento è parte del Fondo di oltre 190 milioni di euro per contrastare la povertà educativa.

Redatto e presentato da Gianni Giraudo, Riccardo Sollini, Alessandro Vella e Marco Splendiani, quello della Comunità di Capodarco è un progetto che, coinvolgendo le diverse realtà sparse nell’ambito nazionale, si propone di mettere in sinergia le esperienze maturate da decenni di lavoro e conoscenza nei vari territori. Diviso in 12 azioni, si svilupperà lungo un quadriennio e coinvolgerà sei regioni (Marche, Lazio Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna), andando ad agire in ambiti a forte rischio educativo e ad alta esclusione sociale, sia per decentramento sia per la complessità dei luoghi coinvolti come nel caso di Casal di Principe e dell’area dell’Agro Aversano.

Per la prima volta le varie Comunità si troveranno, tutte insieme, a lavorare ad un percorso condiviso. L’idea è quella di “sviluppare servizi innovativi e gratuiti mettendo in rete le migliori competenze, per fornire supporto alla scuola, attraverso l’azione congiunta di tutte le realtà locali, associative e non, che si occupano di famiglia e di adolescenza”.

In prospettiva c’è la volontà di “riattivare uno spirito di Comunità Educante, recuperando un senso di responsabilità diffuso e condiviso nell’accompagnamento alla crescita, alla formazione e all’inclusione dei ragazzi, che non può essere delegato solo alla scuola”.