Padre, Figlio e Spirito Santo. Un legame d’amore

Il mistero della Trinità è profondo e riveste la  verità principale della fede cristiana. E’ citato nei Vangeli quando Matteo scrive «Andate nel mondo e battezzate nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo». La tradizione liturgica del Battesimo nomina le tre persone.

Quest’anno si celebra il centenario del Concilio di Nicea (325) che ha definitivamente fissato il  testo  del Credo. Erano state molte le interpretazioni della Trinità nei primi secoli della Chiesa. La principale attenzione era sulla figura di Gesù. Era interpretata in molti modi. Soprattutto Ario aveva affermato che Gesù era una figura intermedia tra Dio e l’umanità. La dottrina consolidata ha risposto  con la sintesi di un’unica sostanza e tre persone.

Il dibattito, anche recente è acceso: sostanzialmente sono due le strade di interpretazione: il legame tra Padre, Figlio e Spirito Santo è da intendere come legame d’amore; l’altra il legame di relazioni tra Padre, Figlio e Spirito. Dopo molta riflessione credo sia stata trovata una soluzione ragionevole. La spiegazione è stata semplificata: Dio crea (Padre), Dio salva (Gesù Cristo), Dio consola (lo Spirito santo).
Andare a cercare le radici profonde delle tre persone non è possibile. Il Vangelo di Giovanni dice che il mistero di Dio non è sondabile.

Io giocavo davanti a lui

Il vecchio Testamento richiama la Sapienza come prima intuizione della presenza di Dio: una sintesi poetica ed efficace:

«Quando non esistevano gli abissi, io fui generata,
quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua;
prima che fossero fissate le basi dei monti,
prima delle colline, io fui generata,
quando ancora non aveva fatto la terra e i campi
né le prime zolle del mondo.
[…]io ero con lui come artefice
ed ero la sua delizia ogni giorno:
giocavo davanti a lui in ogni istante,
giocavo sul globo terrestre,
ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo».

Nello stile caratteristico della spiritualità ebraica sono invocati i grandi temi della terra: il cielo, la terra, il mare. Nulla è stato creato senza l’azione di Dio. Speciale l’insistenza “io giocavo”, quasi a dire la grandezza, ma anche la tenerezza di Dio.

L’hai fatto poco meno di un dio

Il Salmo 8 incoraggia la visione personale e amicale tra Dio e gli uomini:

«Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell’uomo, perché te ne curi?

Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi».

La speranza

La seconda lettura conferma l’azione di Cristo: «La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato».

Il Vangelo rassicura sul futuro, perché tutto sarà rivelato: «Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Oggi abbiamo il tema della salvezza del creato. Secondo la visione cristiana tutto è stato posto a disposizione dell’uomo perché possa vivere dignitosamente la vita, ricordando il disegno di Dio che ha comunicato all’umanità tutte le risorse per vivere felici sulla terra. Ivi compresa la misericordia di Dio ove vi fossero errori.

 

15 Giugno 2025 – Anno C
SS. Trinità
(1ª Lett. Prv 8,22-31 – Salmo 8 – 2ªLett. Rm 5,1-5 – Vangelo Gv 16,12-15)