Padova premia il volontariato “Un antidoto al rancore”. Premio anche a Redattore sociale

Il volontariato come una delle “uscite di sicurezza” per rispondere alla “delusione e all’arrabbiatura degli italiani”. È questa, per Emanuele Alecci, presidente del Csv di Padova, una delle sfide che attende il volontariato italiano che nel 2020 avrà come Capitale europea proprio la città di Padova. Ed è con lo sguardo rivolto a questo impegno futuro che ieri, presso il Centro Congressi Villa Ottoboni a Padova, il Centro di servizio per il volontariato patavino ha presentato il terzo rapporto sul volontariato attivo nella provincia e ha festeggiato la nomina a Capitale europea del volontariato con la cerimonia di consegna del “Premio Gattamelata”, istituito nel 2005 con l’obiettivo di premiare volontari, associazioni, aziende, istituzioni, cittadini impegnati in azioni di solidarietà in occasione della Giornata internazionale del volontariato. Ai vincitori è stata consegnata l’opera ad edizione limitata rappresentante il Gattamelata realizzata dall’artista Lelio Bonaccorso.

Il primo riconoscimento è andato alle sezioni di Belluno, Feltre e Cadore della Protezione Civile, per l’impegno e la competenza che hanno dimostrato durante l’emergenza maltempo nel bellunese. Sempre per la categoria associazioni è stato consegnato il premio a Dynamo camp, fondazione Onlus pistoiese che offre programmi di terapia ricreativa rivolti a bambini e ragazzi con patologie gravi o croniche. Quattro i volontari premiati: Alessio Gobbis, classe 1980, consulente finanziario che da 9 anni la settimana prima di Natale veste i panni di Babbo Natale per consegnare più di 1.600 doni ad anziani e bambini ricoverati in ospedale; Carolina Borgoni, volontaria dal 2014 dell’unità di strada della coop. soc. Percorso Vita impegnata in attività di primo contatto delle donne vittime di sfruttamento sessuale; don Albino Bizzotto, fondatore nel 1985 dell’associazione Beati i costruttori di pace e più recentemente del coordinamento “A braccia aperte”; Antonio Calò, professore di storia e filosofia di Camalò di Povegliano, in provincia di Treviso, per la sua testimonianza di famiglia accogliente. Due, invece, le imprese che hanno ritirato il premio: Aliper spa per la sensibilità ai temi sociali e le numerose iniziative di raccolta fondi solidali promosse nei punti vendita; e Redattore sociale, l’agenzia di stampa della Comunità di Capodarco per le diverse iniziative di informazione, documentazione e formazione sui temi sociali. Per la categoria Istituzione il premio è stato assegnato al Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione dell’Università degli studi di Padova per il progetto Mentor up.

“Ora siamo di fronte ad una grande responsabilità”, ha commentato il presidente del Csv di Padova Alecci, in merito all’appuntamento del 2020. “Per l’amministrazione comunale di Padova e per la nostra provincia sarà la grande occasione per valorizzare ancor di più il rapporto con la solidarietà organizzata e con il volontariato – ha spiegato Alecci -. Sarà un modo per costruire rapporti nuovi con quelle organizzazioni che hanno a cuore lo sviluppo del territorio”. Al volontariato, invece, il compito di “approfittare di questa occasione per trasmettere i valori della solidarietà, del dono, della gratuità a quanti sono lontani o si limitano alle buone azioni – ha sottolineato Alecci -. Le buone azioni devono diventare continuità, scelta, responsabilità, cittadinanza attiva e solidarietà vera. Questo è il grande lavoro da fare. L’obiettivo non è avere una regione veneta piena di volontari, ma di cittadini che sappiano prendersi cura di chi è in difficoltà e del proprio ambiente”.

La nomina di Padova a Capitale europea del volontariato nel 2020, quindi, alza l’asticella della sfida che il volontariato patavino, ma anche italiano, dovrà affrontare. “Il Censis ci dice che gli italiani si sentono arrabbiati e delusi. Una delusione che nasce dallo sfiorire della ripresa economica – ha aggiunto Alecci – e dal cambiamento miracoloso che non c’è stato. Tutto questo ha incattivito gli animi delle persone. Credo che il volontariato debba essere una delle uscite di sicurezza possibili di cui il nostro paese ha molto bisogno. Per questo, dobbiamo lavorare per eliminare questa spirale di rottura delle relazioni. Ecco la funzione del volontariato. Noi, piccoli, abbiamo una grande funzione di ricostruire questo qualcosa che non c’è più. Quel borgo che anche nelle grandi città manca. Quei luoghi dove si ricostruivano i rapporti. Questa è la grande scommessa della Capitale europea: uno strumento che ci può aiutare a fare un grande salto di qualità”.

Durante la cerimonia non sono mancati i saluti delle istituzioni. A partire da quello dell’assessore al Volontariato della città di Padova, Cristina Piva. “Padova ha meritato la nomina per la ricchezza di associazioni grandi e piccole e per tutto quello che sta dando anche come volontariato singolo”, ha spiegato l’assessore. “Di solito si dice che fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce. Credo che questa sia l’immagine del volontariato: una foresta che sta crescendo, nonostante tutte le cose brutte che succedono e si raccontano. Sono orgogliosa di essere assessore al volontariato e questa nomina è un vanto per la città”. In un messaggio inviato al Csv di Padova, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia ha infine ricordato la “radicata tradizione solidale della regione, dove un veneto su quattro è impegnato nell’aiuto al prossimo” e la nomina a Capitale europea del volontariato 2020 è una “conferma ulteriore di quanto la solidarietà sia importante per la provincia e di conseguenza per la nostra regione – ha sottolineato Zaia -. Ringrazio tutte le associazioni del territorio e i loro volontari perché sanno combinare quello spirito genuino dell’aiuto al prossimo a quella intraprendenza e voglia di fare che noi veneti conosciamo bene”