Oltre 300 proposte dalla consultazione in vista della Conferenza per le disabilità

Accessibilità, vita indipendente, lavoro, ma anche cultura, sport e turismo accessibile. Sono questi alcuni dei temi emersi con la consultazione pubblica dal titolo “Verso una piena inclusione delle persone con disabilità” voluta dall’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità di Palazzo Chigi le cui proposte sono finite sul tavolo della Conferenza nazionale sulle politiche per le disabilità in corso oggi, 13 dicembre. Un insieme di contributi e buone pratiche, si legge nel documento presentato oggi, voluto per “offrire un articolato quadro di priorità ed interventi, tesi a migliorare l’inclusione delle persone con disabilità, in linea con i principi della Convenzione Onu”.

La prima fase della consultazione “Verso una piena inclusione delle persone con disabilità” si è aperta il 20 ottobre per concludersi il 20 novembre 2021 e ha ricevuto un totale di 302 proposte, di cui 288 arrivate attraverso la piattaforma ParteciPa e 14 arrivate attraverso la casella email partecipa@governo.it. Sulla piattaforma web, tuttavia, ci sono passati oltre 12 mila utenti unici. Tra le 302 proposte circa i due terzi (per l’esattezza 208 proposte) sono pervenute da singoli cittadini ed il restante terzo (94 proposte) da Associazioni, sia di livello nazionale che locale, Fondazioni ed enti non profit.

Il tema delle barriere è quello che ha raccolto più contributi e proposte per quanto riguarda il tema dell’accessibilità. Tra le proposte pervenute c’è l’obbligo per i Comuni di destinare una parte degli oneri di urbanizzazione (non inferiore al 10%) all’abbattimento delle barriere architettoniche; l’istituzione presso ogni Regione e Provincia autonoma un Commissario per coordinare l’attuazione del programma; la creazione di un sistema informatizzato pubblico che permetta ai cittadini di segnalare barriere architettoniche rilevate; la proposta di dotare tutte le stazioni italiane di Sale Blu. Tra le proposte anche quella di rendere tutti i parchi pubblici accessibili.

Per quanto riguarda il tema della mobilità all’interno dell’Unione europea, tra le proposte c’è l’agevolazione per qualunque trasporto pubblico nel caso di invalidità superiore al 74%; l’individuazione di soluzioni per mezzi di trasporto e fermate adatte alle persone con disabilità; la previsione di un Disability e Mobility Manager nelle amministrazioni pubbliche per progettare la mobilità nel trasporto pubblico e conseguente inclusione sociale delle persone con disabilità; infine proposte per migliorare l’accessibilità sui mezzi di trasporto come aerei e zone a traffico limitato.

Sono 40, invece, le proposte pervenute in materia di vita indipendente, quasi tutte riconducibili alla creazione del “progetto di vita personalizzato e partecipato” che è al centro della Legge delega in materia di disabilità inserita all’interno del Pnrr. Tra le proposte quella di rendere il Servizio di assistenza domiciliare meno oneroso; convertire l’assistenza domiciliare diretta (disciplinata dai regolamenti comunali) in indiretta; più formazione per operatori sociali e tutor; ma c’è chi chiede anche di ripensare l’intero assetto organizzativo del sistema sociosanitario, garantendo progetti personalizzati sulle esigenze della singola persona con disabilità e modificando il sistema di servizi diurni per i ragazzi e valorizzare il Terzo Settore, anche attraverso progettualità pilota, non solo come erogatore di servizi territoriali.

Numerose anche le proposte che riguardano i percorsi formativi inclusivi che hanno messo in evidenza criticità non solo nell’inclusione scolastica, ma anche in una fase successiva e propedeutica all’entrata nel mondo del lavoro. “Con riferimento all’inclusione scolastica le proposte hanno sottolineatole carenze circa la procedura di assegnazione degli insegnanti di sostegno, ma anche una importante mancanza di educatori e assistenti alla comunicazione – si legge nel documento -. È necessario, inoltre, offrire alle persone con disabilità, anche in ambito universitario e la possibilità di sviluppare le proprie capacità in ambienti di formazione al lavoro stimolanti e successivamente, sulla base delle competenze acquisite nella fase di formazione, un soddisfacente inserimento nel mondo del lavoro”.

Sul tema dell’inclusione lavorativa, le proposte raccolte mettono in evidenza “una maggiore richiesta di tutele lavorative, anche con riferimento ai diversi rapporti di lavoro, sino ad un forte ripensamento del collocamento mirato, prevedendo particolari modalità di accesso “accompagnato” al mondo del lavoro stesso”, si legge nel documento. Tra le proposte avanzate ci sono quella di prevedere incentivi per le aziende realmente inclusive; migliorare i servizi del Centri per l’impiego (Cip) e del Servizio inserimento lavoro disabili (Sild) che, anche attraverso i Caf, riescano realmente a informare sui concorsi per le persone con disabilità e aiutino nel compilare e spedire la domanda; istituire un canale dedicato e anonimo (anche tramite App) con cui sottoporre alle autorità competenti eventuali trattamenti difformi da quanto prescritto dal medico con riferimento alle condizioni di lavoro della persona con disabilità. Per quanto riguarda le quote obbligatorie, tra le proposte c’è quella di portare la quota di assunzioni obbligatorie dal 7 al 10%.

Diverse le proposte che riguardano il punto “Cultura, sport e turismo accessibile”. Tra le proposte c’è chi chiede di “ampliare gli spazi di discussione e informazione circa l’abilismo in tutte le sue sfaccettature per combattere i pregiudizi e campagne informative per sensibilizzare i cittadini sull’importanza dell’inclusione sociale”. Spazi più ampi vengono richiesti anche sul tema dello sport, sul cui tema si chiedono anche maggiori norme e indicazioni del ministero della Salute su idoneità sportiva e agonismo. Sul turismo, le richieste riguardano in primo luogo una maggiore accessibilità alle informazioni, ma c’è anche la proposta di corsi di specializzazione per operatori turistici per garantire strutture accessibili su tutto il territorio nazionale.

Le proposte raccolte, però, non finiscono qui. Ci sono quelle sui caregiver, dove si chiede di migliorare il sistema dei sostegni economici e di lavorare su organi di rappresentanza; sul carcere, invece, si chiede prima di tutto una nuova indagine sulla situazione delle persone detenute in condizione di disabilità. Tra le richieste anche quella di potenziale la rete degli sportelli antiviolenza per dare sostegno a donne con disabilità fisica e intellettiva vittime di violenza. Infine, ci sono proposte per quanto riguarda le detrazioni fiscali, le pensioni e i sostegni economici; il tema della sessualità; la richiesta di istituire un garante antidiscriminazione ed infine garantire una maggiore uniformità tra regioni per quanto riguarda cure e ausili. Il documento, infine, raccoglie una lunga serie di buone pratiche che hanno consentito l’inclusione delle persone con disabilità.

 

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