Il 14 maggio 2024 è stata inaugurata a Tirana (Albania) la nuova sede del “Centro socio educativo Primavera” che d’ora in poi dedicherà il suo nome al ricordo di Francesco Maria Cucchi scomparso il 12 Luglio del 2020. Ma come mai in Albania? Facciamo due passi indietro per ripercorrere qualche tappa.
La Comunità internazionale di Capodarco è presente in Albania dal 1996 quando fu chiamata a gestire il primo centro per disabili che prese il nome di “Centro socio educativo Primavera”. Con l’aiuto della Cooperazione internazionale e italiana è stato gestito da subito un centro per i bambini con gravi disabilità fisiche e mentali. Le sedi nel tempo sono cambiate, ma sempre collocate nella città di Tirana. Da allora la presenza non si è mai interrotta. Il programma di riabilitazione ha seguito linee scientifiche di applicazione internazionale. Nel tempo è stato specializzato il personale locale (medici, terapisti, infermieri) con stage in Italia e con la presenza in Albania di personale italiano. II lavoro di accoglienza ha visto coinvolte primo fra tutte le famiglie dei bimbi con disabilità: un lavoro molto delicato consistente nel trovare insieme la relazione migliore tra genitori e figli con particolari patologie, capace di continuare in famiglia quanto nel centro era programmato e avviato. Oggi, il Centro è una realtà attiva che fornisce alla popolazione locale servizi di assistenza medica, cure riabilitative e sostegno psicologico, oltre a continui momenti di aggregazione sociale. Parallelamente sono state poste in essere attività di assistenza domiciliare, è stato delineato un graduale inserimento di alcuni disabili all’interno del personale locale operante nel progetto e sono stati attivati corsi di formazione professionale mirati all’inserimento lavorativo degli utenti del centro.
Francesco Maria Cucchi, per la Comunità di Capodarco di Fermo ha seguito passo dopo passo, insieme ad altri professionisti, la crescita del primo Centro albanese attraverso momenti di formazione, consulenza e presenza. Francesco Cucchi è stata una figura importante per le realtà collegate a Capodarco. Dopo anni di volontariato e di esperienza nei gruppi scout, aveva scelto la vita comunitaria tanto da costruirvi all’interno anche la sua famiglia. Per Capodarco ha rivestito negli anni molti ruoli: da responsabile del Santa Elisabetta di Fermo (il Centro diurno dedicato all’accoglienza di persone con disabilità psico-fisica media e grave) a coordinatore di servizi e referente per il “Tirocinio- Comunità di Capodarco”. Sociologo, formatore e relatore, ha da sempre fatto conoscere il “Modello Capodarco” sia in Italia che all’estero. Un uomo estremamente buono, di una umanità profonda e contagiosa, con una innata capacità di parlare a tutti, con tutti e di far sentire ognuno a proprio agio. L’inaugurazione della Comunità “Francesco Maria Cucchi” è avvenuta in presenza di Carmen Napolitano (moglie di Francesco e responsabile Affari generali e segreteria generale della Comunità di Capodarco di Fermo) e della figlia Sara che con il presidente della Comunità di Capodarco don Vinicio Albanesi, si sono recate per l’occasione in Albania.
“Non vado a lavoro, vado dai miei ragazzi” era solito dire alla moglie Carmen quando la mattina si metteva in auto per raggiungere il Centro diurno. E proprio queste parole (scritte in lingua italiana e albanese) sono state raccolte in una targa ricordo apposta nella struttura, per ricordare a quanti la varcheranno nel tempo, la bellezza di una persona che di quel lavoro ne ha fatto anche un obiettivo di vita.