Minori, due anni di “The Tube” tra numeri in crescita e futuro

“The Tube”, un nome scelto non a caso ma che richiama la metro di Londra e quell’idea di connettere persone, luoghi, settori, scuola. La sinergia con minori, famiglie e comunità educante è il filo conduttore del centro di educativa territoriale dell’Associazione Mondo Minore della Comunità di Capodarco, sorto a settembre 2019 per intercettare i bisogni di una fascia d’età quanto mai delicata, fornendo sul territorio risposte adeguate e supporto specifico per prevenire i fenomeni di dispersione e abbandono scolastico. Oggi presso la Sala dei Ritratti di Fermo l’occasione giusta per raccontare il quotidiano e le attività svolte dal The Tube con gli studenti dagli 11 ai 17 anni, i quali presso i locali di Piazza Sagrini, nei pomeriggi dal lunedì al venerdì, si ritrovano sui banchi per fare i compiti ma anche per svolgere laboratori ludo-educativi. Passato e presente quindi, ma soprattutto uno sguardo al futuro visto che il progetto è in scadenza a dicembre 2021 e insieme al Comune di Fermo e all’Ambito Territoriale IXX si sono poste le basi per riprogrammare una risposta educativa che finora è stata molto apprezzata come testimoniato dai numeri. Negli ultimi due anni circa 2.500 sono stati gli ingressi registrati, più di cento i ragazzi accolti

Nella foto: Sollini, Calcinaro a Attorre

(in prevalenza studenti maschi), e il 41,67% dei ragazzi iscritti sin dal primo anno di apertura hanno continuato a partecipare ai percorsi educativi proposti successivamente. Solo nell’anno 2020/21 si sono registrati al centro 1638 ingressi per ben 852 ore di educativa, senza considerare l’aumento delle famiglie coinvolte che sono passate dalle 38 del 2019 alle 53 dell’ultimo anno. I ragazzi quindi si sentono a loro agio negli spazi allestiti per loro e l’aumento da 36 a 65 iscritti è indicativo. Anche la rete con gli istituti funziona e tra le nuove progettualità c’è l’allargamento della comunità educante: tre Isc coinvolti, la maggior parte dalla Da Vinci con 41 presenze, mentre per le superiori i ragazzi provengono principalmente dall’Itis Montani e Liceo Classico “Annibal Caro”.

“Ci fa molto piacere raccontare questa esperienza – ha spiegato il direttore della Comunità di Capodarco, Riccardo Sollini. “Il tutto è nato sulla scia di un progetto nazionale, finanziato dall’impresa sociale ‘Con i bambini’ con il compito di intercettare e frenare la dispersione scolastica. Un progetto che ha coinvolto sei regioni in Italia. Nelle Marche è rappresentato dalla Comunità di Capodarco di Fermo e l’idea iniziale è stata quella di creare uno spazio sia per il supporto scolastico che per entrare nelle dinamiche proprie della fascia d’età che intercettavamo. Sono dei ragazzi che spesso rimangono fuori dalla proposta, rappresentano una specie di zona grigia per la società ma è un’età in cui si hanno dei cambiamenti, si possono scegliere delle strade anziché altre. L’esperienza del The Tube ha tracciato un bisogno, trovato una parte scoperta, ed ha fornito risposte serie: basti pensare che siamo partiti con una decina di ragazzi e arrivati in poco tempo ad oltre sessanta. Questo anche grazie al supporto che Comune di Fermo e Ambito Sociale IXX ci hanno sempre fornito, ora insieme a loro vogliamo guardare alle prossime sfide in linea di continuità con un servizio che dà risposte e che funziona”. Uno dei motori del The Tube è la psicologa Chiara Attorre che coordina i lavori del centro: “Si trattava di dare una risposta ad un’esigenza nazionale – racconta – e Capodarco si è calata nella realtà partendo dai dati e attraverso i bisogni del territorio.

Da subito ci siamo focalizzati sui dati ministeriali, abbiamo visto che il tasso di dispersione scolastica della nostra regione era leggermente più basso rispetto al meridione. Erano saliti i disturbi dell’apprendimento al 4,5% con 180 mila documenti di certificazione. La letteratura ci ha confermato poi che per dispersione scolastica si può intendere un fenomeno molto più complesso, ci sono una serie di campanelli d’allarme anticipatori che fanno capire che si sta verificando qualcosa. Sul territorio ci siamo mossi per capire quali fossero questi campanelli e ci siamo attivati per la prevenzione cercando di intervenire su ragazzi e famiglie prima che il problema si manifestasse. Oggi si riscontra un vuoto educativo sui ragazzi a rischio Dsa e Bes, lo Stato nonostante le buone intenzioni ha lasciato nel vuoto questi bisogni che si trovano ancora senza misure di supporto. Con il The Tube si è lavorato in questa direzione anche coinvolgendo le famiglie e tutto ciò che ruota attorno all’universo di questa fascia d’età così delicata. Non è solo questione di dati quando si parla di un progetto educativo, anche se sono fondamentali. Ma se non vedete con i vostri occhi, è difficile capire perché deve andare avanti” – ha spiegato la psicologa del The Tube ricordando anche i momenti non facili quando la pandemia è piombata di colpo nelle nostre vite e sul mondo della scuola.

Il centro soprattutto in quel periodo è stato un porto sicuro per tanti ragazzi alle prese con la didattica a distanza. “All’inizio solo porte chiuse ovunque, la scuola finiva ma i ragazzi delle medie non potevano venire al centro. Abbiamo pensato: come staranno? Sentendo le famiglie è uscito di tutto, dall’apatia dettata dalla flessibilità di orari fino al poter gestire il tempo scuola con un click. Noi dovevamo dare una risposta, creare dei momenti per tornare a stare in relazione. Al mattino abbiamo pensato a delle aperture con il sostegno per la Dad a chi aveva meno feeling con le tecnologie. Per le medie pensato ad attività varie per parlare e raccontare ciò che stavano vivendo, senza dimenticarci che c’erano dei compiti da svolgere quindi con tutto il supporto alle attività didattiche. E poi la rete che via via si è allargata sul territorio, giornate di rugby, il calcio al campo Sandro D’Addio, associazioni che ci hanno supportato co attività varie”. La strada tracciata dal The Tube è quindi definita e in linea con i bisogni di tanti adolescenti, seppur in scadenza il progetto ha le basi e le prospettive per proseguire ed abbracciare nuove sfide, come hanno auspicato sia il Sindaco di Fermo Paolo Calcinaro che il presidente della Comunità di Capodarco, Vinicio Albanesi. “Dobbiamo evitare noia, disagio, abbandono che poi provoca degrado dentro il mondo giovanile che ha bisogno di motivazioni, stimoli e aggregazioni che vadano oltre i social. Nostro dovere è dare risposte- ha sottolineato il Sindaco Calcinaro. Per il futuro stiamo lavorando con l’Ambito per nuove operazioni di strada che avranno il Terminal come luogo centrale”. La chiosa finale di Vinicio Albanesi ricorda i primi passi di un lungo percorso di supporto e accoglienza rivolto dalla Comunità al variegato universo giovanile: “Già dagli anni duemila abbiamo iniziato ad accogliere con Mondo Minore dei ragazzi di varie etnie, vedendo poi che operare al loro fianco era importante. I risultati ci sono stati, questa intuizione l’abbiamo proiettata sul territorio comprendendo in anticipo che gli oratori e i luoghi di aggregazione dei nostri ragazzi stavano scomparendo e le famiglie avevano affinato le proprie valutazioni, chiedendo per i loro figli dei professionisti. Il The Tube è un progetto che mi ha meravigliato e per questo faremo di tutto affinché continui al Sagrini, dobbiamo trovare le strade per mandarlo avanti valorizzando quanto di buono fatto”.  (Marco Donzelli)