L'”apatia dei valori” dei giovani italiani, crollano quelli etici. Ma c’è fiducia nel futuro

I valori della vita dei giovani tra i 18 e i 30 di Italia, Germania, Polonia e Russia sono fortemente orientati verso ambiti che riguardano la vita sociale e privata, evidenziando, invece, una lontananza rispetto ai valori politici e a quelli spirituali. È quanto emerge da un’indagine realizzata nei quattro paesi europei sui giovani e la loro idea di futuro. L’iniziativa è promossa da un gruppo di esperti appartenenti a diversi enti: per l’Italia, l’Eurispes. I giovani della “generazione Covid” hanno dovuto affrontare una istruzione online prolungata, stress da isolamento, perdita di lavoro e di reddito e una serie di altri problemi legati a pesanti condizioni di incertezza e precarietà diffuse. Nell’indagine 2020 il primo elemento che emerge è una sorta di “apatia dei valori” espressa dai giovani italiani. Quasi tutti i valori, ai quali nel recente passato i giovani davano importanza rispetto al sistema dei valori dominanti, hanno registrato un calo sostanziale. Il massimo degrado si osserva nella serie dei valori etici. Un netto crollo è registrato per voci come “una vita onesta” (-22,5%), “il rispetto della legge” (-21,2%), “seguire ideali, principi” (-19,4%), “indipendenza personale, libertà” (-19%) e “l’istruzione” (-20,8%).

IL VALORE “SALUTE” CEDE LA SUA PRIMA POSIZIONE AL VALORE “DEMOCRAZIA”

Colpisce che nell’ultimo anno, in una situazione segnata da una mortalità crescente e diffusa e dagli appelli delle autorità e dall’enfasi della comunicazione a proteggersi dalla aggressione del virus, il valore “salute”, nelle valutazioni espresse “molto importante” ed “importante”, abbia ceduto la sua prima posizione al valore “democrazia“, inteso come richiesta di giustizia nella società, diritto di poter esprimere le proprie esigenze e di essere ascoltati (valore complessivo “democrazia” pari al 90,6%; valore “salute” pari all’85,9%; era pari al 97,8% nel 2018). Tutto ciò nonostante il fatto che il resto dei valori che si richiamano alla “politica”, siano rimasti in posizioni arretrate, come nelle precedenti indagini del 2018 e 2019. Sebbene il valore della “religione” come istituzione sociale, che prescrive un certo sistema di norme e orientamenti, non sia ancora apprezzato dalle giovani generazioni e che i luoghi di culto nel 2020 siano stati chiusi per l’auto-isolamento, la sua posizione è cresciuta dal 32,8% del 2018 al 38,7% nel 2020. Significativo anche che il massimo incremento rispetto al 2018 sia stato registrato dai valori “affari” (+10,4%) e “bellezza” (+11,2%).

I GIOVANI E LA FAMIGLIA

Per le giovani donne italiane la famiglia ha perso la sua importanza centrale. Le giovani donne italiane esprimono un duplice orientamento (verso la sfera sociale e professionale e verso la famiglia), che richiede un bilanciamento tra le esigenze della vita quotidiana e i progetti per il futuro. Esse riconoscono l’importanza dell’istruzione (79,1%) e della carriera (78,1%), del lavoro (81,1%) e del denaro (84,8%), dell’indipendenza e della libertà personale (77,5%), della libertà di parola (76,7%) e dell’adesione a ideali e principi (78,5%), così come l’importanza della famiglia (78,4%) e dei figli (78,3%) Tanta voglia di crescere: solo il 17,9% dei giovani italiani vuole restare con i genitori. Ma negli altri paesi c’è maggiore desiderio di autonomia. L’82,1% dei giovani italiani dichiara espressamente di volere intraprendere una vita indipendente in futuro e ritiene che l’età ottimale per questo cambio di vita sia di 23,7 anni (valore medio). Soltanto il 17,9% dei giovani vuole continuare a vivere con i propri genitori. Nel confronto internazionale la scelta di una vita indipendente sale, rispetto all’Italia, al 95% in Francia, 90,8% in Polonia, 90,4% in Russia. La volontà di rimanere con i genitori è più bassa nei suddetti paesi rispetto all’indicazione dei giovani italiani: è pari al 5% in Francia, al 9,2% in Polonia, al 9,6% in Russia. Tra i più poveri, un terzo dei giovani non vuole lasciare i genitori. La scelta dei giovani di voler rimanere in famiglia è pari al 24,6% tra le famiglie a basso reddito, al 18,3% nelle famiglie a reddito medio, al 13,8% nelle famiglie con reddito elevato.

Quanti figli vorresti? Le idee dei giovani italiani sul numero ideale di bambini (2,2 bambini) superano di poco la cifra necessaria per la semplice riproduzione generazionale (per gli altri paesi le indicazioni sono: Francia 2,0, Polonia, 2,2, Russia 2,0). Quando poi si collega questa proiezione ideale alle condizioni reali di vita dei giovani, il loro orientamento cala fino ad indicare un numero medio di 1,61 figli per donna. Anche se ci concentriamo solo sulle risposte dei giovani, i risultati sono quasi gli stessi: una media di 1,64 figli per donna (per gli altri paesi si registrano le seguenti indicazioni: Francia 1,1 figlio per donna, Polonia 2,0, Russia 1,5). Secondo i giovani italiani, un’esistenza comoda e senza tensioni inutili si ottiene quando il reddito mensile raggiunge i 2.349 euro. Nel 2020, con il deterioramento della situazione reale dell’economia, i giovani italiani sono diventati più audaci nei loro piani per il futuro: le loro stime di reddito sono superiori del 40% rispetto alla media del 2019 (3.380 euro mensili) e hanno indicato una cifra pari a 4.368 euro come obiettivo. Occorre evidenziare però che le ragazze “sognano” meno in grande rispetto ai ragazzi: infatti, se questi ultimi si pongono come traguardo un reddito di 4.831 euro, le giovani si fermano a 3.878 euro.

NONOSTANTE L’EPIDEMIA CRESCE LA FIDUCIA NEL FUTURO

I giovani che hanno partecipato all’indagine dichiarano che, in media, hanno realizzato circa il 53% dei loro progetti e che in 10-15 anni, a loro avviso, questa percentuale salirà al 76%. Per fare un confronto, nell’anno pre-crisi 2019, la posizione di partenza era più alta (61,9%), ma la barra di raggiungimento è rimasta allo stesso livello: 75,3%. Pertanto, è ovvio che i giovani di età compresa tra i 18 ei 30 anni sono pronti a lottare per i loro obiettivi e a progredire cambiando le attuali condizioni di vita e lavorative; allo stesso tempo, riguardo alla seconda metà della loro esistenza, l’attuale gioventù lascia un margine di incertezza sulla propria autorealizzazione. Tra le indicate privazioni nel 2020, a causa della scarsa disponibilità di denaro, l’impossibilità di godere di un periodo di vacanze riguarda il 44,3%. Molto preoccupanti sono le risposte di quasi un quarto degli intervistati che hanno cessato di acquistare articoli per la casa realmente necessari alla famiglia (23,8%) e di pagare le cure mediche (22,7%). Paradossalmente, l’epidemia da Coronavirus ha contribuito alla crescita (66,1%) della fiducia nel futuro (nel 2019 era pari al 55%), nonostante la mancanza di stabilità, l’aumento della disoccupazione e il calo dei redditi.

Nell’indagine del 2019 era emerso che il 57,4% degli intervistati era generalmente soddisfatto del proprio lavoro e che solo il 13% di essi aveva l’intenzione di cambiare professione o campo di attività in futuro. La situazione nel 2020 ha portato a un aumento, più che raddoppiato, di coloro che hanno cambiato in modo significativo la visione del proprio futuro professionale, progettando di cambiare professione o àmbito di attività. Secondo l’indagine 2020, il 30,4% di coloro che hanno risposto a questa domanda intende apportare cambiamenti nella propria vita professionale. Molti hanno motivato questo desiderio con l’intenzione di avere una propria attività, impegnarsi nell’imprenditorialità, lavorare nel campo della psicologia, delle risorse umane, del turismo, del fitness e dello sport. Quanto alla pianificazione della propria attività lavorativa, la maggior parte dei giovani si concentra nella ricerca di un posto di lavoro (35,2%), principalmente in un’impresa privata (23,6%) piuttosto che in una struttura pubblica (11,6%). Un quarto degli intervistati desidera avviare un’attività in proprio (24,9). Resta, comunque, il problema aperto del 13% dei giovani che rinunciano a programmare ogni ricerca di lavoro.

Aumenta la fiducia nel proprio Paese e anche negli anni che verranno. Il giudizio dei giovani sulla situazione attuale e nella prospettiva a 10-15 anni contrassegna generalmente l’Italia con giudizi positivi. Pur avendo attraversato un 2020 molto difficile, i giovani hanno indicato per l’Italia un “passo verso il futuro” con valore positivo, pari a +1,81 punti, superiore all’incremento dell’indicatore Paese del 2018, che segnava un aumento pari a +1,06 punti. La sfera sociale del Paese ha ricevuto, da parte dei giovani, il massimo indice di aumento nelle valutazioni relative alle prospettive future (10-15 anni) passando da una valutazione di 4,5 punti per la situazione attuale a 5,9 punti per quella futura e ponendo questo trend di miglioramento al primo posto rispetto agli altri ambiti della vita comunitaria italiana. I punti di riferimento cambiano: aumenta nettamente l’apprezzamento per uomini di Stato e politici. Nel 2020, rispetto al 2019, si è verificato un cambiamento delle persone-leader indicate con riferimento ai diversi gruppi di persone autorevoli: i rappresentanti della cultura e dell’arte hanno perso la funzione guida (dal 40,4% al 9,3%) e gli sforzi dello Stato per combattere la pandemia hanno dato il loro risultato: la maggioranza dei giovani italiani ha trovato modelli di comportamento degni di imitazione tra i personaggi statali e politici (25,5% nel 2019 e 40,8% nel 2020). Gli atleti sono ancora considerati un modello di riferimento positivo, principalmente calciatori (23,6%), seguiti dagli artisti pop (20,8%) e scienziati (19,1%). Un modello di riferimento è stato riconosciuto, in termini accresciuti rispetto al passato, a rappresentanti delle imprese (2% nel 2019; 10,8% nel 2020), giornalisti televisivi e presentatori (con un aumento, per entrambi, dal 3,9% al 13,2%, rispettivamente). Molti meno esempi degni di comportamento sono stati rintracciati dai giovani tra religiosi (6,6%). Moltissimi sono infine i giovani che non hanno modelli di riferimento (23,3%).

FONTE: Redattore Sociale/Agenzia DIRE