L’amore di Dio si esplica e si completa con l’amore del prossimo

Dopo la descrizione della missione dei 72 discepoli, in questa domenica è annunciato il cuore del messaggio religioso. E’ ripreso dal Libro delle Leggi ebraiche (Deuteronomio) ed è un annuncio chiaro, senza possibilità di dubbi o di interpretazioni: «ti convertirai al Signore, tuo Dio, con tutto il cuore e con tutta l’anima». Il principio diventerà esplicito nella risposta di Gesù al dottore della legge. Nei Vangeli, con la parabola del samaritano, sarà spiegato chi è il prossimo.

Immagine di Dio

La lettura tratta dalla Lettera ai Colossesi, è un vero e proprio inno. Il soggetto celebrato è Gesù di Nazaret. Espressioni e parole sono la sintesi che, più tardi nel 350 al Concilio di Nicea, costituirà il nerbo del Credo che ancora oggi recitiamo.

L’inno dei Colossesi toglie ogni dubbio sulla figura di Gesù:
«Cristo Gesù è immagine del Dio invisibile,
primogenito di tutta la creazione,
perché in lui furono create tutte le cose
nei cieli e sulla terra,
quelle visibili e quelle invisibili».

Gesù è vero Dio e vero uomo. La sua nascita e le vicende che ha vissuto sono umane, così come narrate. Ma è anche Dio perché immagine del “Dio invisibile”. Ritorna l’affermazione che Dio, nella sua natura, non può essere conosciuto, perché le facoltà umane non sono in grado di definire l’onnipotenza, l’eternità, l’infinito. E’ Gesù, Figlio di Dio, a “narrare” chi è Dio. Sono confermate le caratteristiche che pone Gesù a capo della Chiesa, quale assemblea dei suoi discepoli.

«Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa.
Egli è principio,
primogenito di quelli che risorgono dai morti,
perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose».

La prospettiva si allarga oltre il tempo e lo spazio. La presenza di Dio è fuori dalla fisicità della vita, oltrepassando i confini della storia».
Gesù è anche colui che ha portato salvezza.

«È piaciuto infatti a Dio
che abiti in lui tutta la pienezza
e che per mezzo di lui e in vista di lui
siano riconciliate tutte le cose,
avendo pacificato con il sangue della sua croce
sia le cose che stanno sulla terra,
sia quelle che stanno nei cieli».

E’ finalmente saturato lo strappo della libertà umana che è peccaminosa, ma ha la possibilità della riconciliazione.

Dio e il tuo prossimo

Il Vangelo introduce la seconda parte della fede cristiana: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso».
Il Vangelo di Luca, a differenza di Matteo e di Marco non aggiunge la sottolineatura, dopo il l’amore di Dio “Un secondo poi è simile ad esso” (Matteo); così, Marco dice: «il secondo è questo». Luce invece non parla del secondo comandamento, ma aggiunge all’“amerai il Signore Dio tuo da tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima e con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, il prossimo tuo come stesso».
Non è solo una differenza linguistica, ma esprime l’unità del comandamento dell’amore nei confronti di Dio e nei confronti del prossimo.
L’amore di Dio si esplica e si completa con l’amore del prossimo. In un’unica realtà che è la proposta allargata al mondo intero.
La parabola è ben delineata nella descrizione del prossimo che non fa differenze e privilegi. E’ il cardine di tutta l’azione morale della Chiesa che unisce in un unico comandamento l’amore di Dio e l’amore del prossimo. Una rivoluzione non soltanto perché non discrimina, ma unisce cielo e terra in un’unica, indissolubile, prospettiva.

13 Luglio 2025 – Anno C
XV Domenica del Tempo ordinario
1ªLett. Dt 30,10-14 – Salmo 18 – 2ªLett. Col 1,15-20 – Vangelo Lc 10,25-37