“La teleriabilitazione per mio figlio. Oltre lo schermo, ha coinvolto ciascuno di noi”: la lettera di una mamma

La fase più delicata dell’emergenza coronavirus, accanto a situazioni drammatiche, ha regalato anche dei momenti positivi e delle esperienze virtuose degne di essere raccontate. A Capodarco riabilitazione, ad esempio, l’équipe dell’età evolutiva composta dalle dottoresse Laura Gidiucci (psicologa e psicoterapeuta), Giorgia Pezzola (logopedista), Doriana Massimi (neuropsicomotricista) e Maria Cognigni (logopedista) ha deciso di avviare, durante il periodo di chiusura del centro, un’attività di tele riabilitazione continuando così a dare supporto ai loro piccoli pazienti alle famiglie attraverso delle videochiamate. Un servizio particolarmente apprezzato proprio dai genitori, tant’è che una delle mamme coinvolte ha pensato di inviare una lettera di ringraziamento che vogliamo condividere per intero.

Ecco la lettera

“In un clima di repentina interruzione dei rapporti interpersonali e del distanziamento sociale dovuti al Covid -19, credo che tutti ci siamo trovati in una sorta di limbo che ci ha necessariamente messi prima in una condizione ansiogena per la generata paura dell’altro come possibile untore, poi in un tentativo di ricerca delle soluzioni per una sorta di ‘normalizzazione’ di un tempo lungo e allungato da vivere. In questo tempo i bambini hanno subito il più brusco stravolgimento della loro importante routine. La nostra neuropsicomotricista, Doriana Massimi, ci ha offerto l’importante opportunità di dare una certa continuità al bambino, provando con la tele riabilitazione. Ho accettato subito, non tanto per colmare le lacune di mio figlio, quanto piuttosto per mantenere le relazioni attraverso le quali passano emozioni, nozioni, sostegno. Non interromperla è stata la scelta saggia della professionista che ce l’ha proposta, una scelta dettata dalla dedizione e dall’attenzione al piccolo che lo aveva in carico. Per mantenere la continuità di sempre, in accordo e in collaborazione di obiettivi sì è proposta anche la logopedista Giorgia Pezzola. Vorrei sottolineare che non è così scontato! Nelle istituzioni, nelle organizzazioni sono le singole professionalità e personalità, sebbene nel nascondimento, che fanno la differenza e che mandano avanti il carrozzone. Quindi non ho accettato per mio figlio la tele riabilitazione per un mero progresso, ma, e soprattutto, per un sostegno suo e di ogni membro della nostra famiglia. Si entra nel privato di una casa, in un tempo particolare, dove ogni ‘punto’ è amplificato e richiede quasi una risposta immediata e certa: questo noi lo abbiamo avuto! La riabilitazione è andata oltre lo schermo, oltre il singolo, ha coinvolto ciascuno di noi, suggerendo modifiche o sostenendo o il nostro agire. Nei confronti di mio figlio è stato come il sasso gettato nell’acqua che dal cerchio piccolo che genera appena caduto, si allarga sempre di più fino a coinvolgere tutte le sfere della sua personalità e a coinvolgerci nel suo e nel nostro cambiamento. Paradossalmente il setting sembrerebbe essere sminuito da questa esperienza, perché ha creato una nuova alleanza tra famiglia e terapista, fondata sulle già riconosciute competenze professionali, ma soprattutto sulle doti emotive e relazionali che sanno andare oltre lo schermo e i limiti imposti dall’emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Non credo di poter dire con certezza che avrei fatto la stessa scelta con une persone diverse al di là dello schermo. Grazie di cuore”.