La soddisfazione degli assistenti sociali delle Marche per la nuova legge sulla riorganizzazione del servizio sanitario

Grande soddisfazione da parte dell’Ordine assistenti sociali delle Marche per l’approvazione nella seduta del 7 luglio della la proposta di legge n. 291/2019 di “Modifica alla legge regionale 20 giugno 2003, n.13” sulla riorganizzazione del servizio sanitario regionale.
“Nell’autunno del 2018, avevamo inviato all’attenzione della IV Commissione la proposta di istituzione del dipartimento specifico previsto dalla L.251 /2000 – ricorda la presidente Marzia Lorenzetti –, intendendo rappresentare aspetti e temi del Servizio Sociale Professionale in sanità a beneficio delle persone che vivono nelle Marche”.

Determinanti per l’avvio della proposta dell’Ordine regionale sono state le indicazioni dettagliate date dal Consiglio nazionale assistenti sociali, attraverso il Tavolo nazionale Sanità ripreso nel 2017 e la sinergia con le rappresentanti locali delle organizzazioni sindacali SUNAS e FIALS. “Grazie alla disponibilità del consigliere delegato Federico Talè, che ha presentato la proposta, e del presidente della IV Commissione Fabrizio Volpini siamo stati convocati in audizione nel novembre scorso, unitamente alle organizzazioni sindacali di categoria. Con successive note avevamo evidenziato la necessità di riprendere la calendarizzazione della proposta, che era già stata articolata”.
Importante anche il sostegno del presidente del Consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo, al quale a gennaio scorso l’Ordine aveva sollecitato l’istanza.

La modifica alla citata legge regionale, che prevede la proposta di istituzione del Dipartimento dell’Area di Servizio Sociale Professionale in sanità, trova ragione nella necessità di assicurare qualità e appropriatezza dei servizi e dei trattamenti, nonché equità e sostenibilità dell’intero sistema.
“A nome della comunità professionale che rappresento – conclude la presidente Lorenzetti – ringrazio per l’ascolto competente e concreto che ci è stato assicurato e che permetterà di avere una concreta ed efficace integrazione socio sanitaria per le prestazioni a tutela dei cittadini in situazione di fragilità ed in condizione di cronicità nei servizi sanitari, assicurando l’apporto specifico in termini programmatori e di sistema della nostra professione”.

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