La saggezza indica attenzione ai dettagli

Dopo aver proclamato i contenuti essenziali del cristianesimo con il discorso della “pianura”, dove si illustravano le beatitudini e le esortazioni per una vita morigerata ed equilibrata, il brano del Vangelo scende ad esaltare degli atteggiamenti prudenti che sono indispensabili nell’accettazione dei Vangeli.
La liturgia propone testi che indicano saggezza, ma anche direzione morale.

Banco di prova dell’uomo

Il Libro del Siracide si appella a proverbi popolari: «Quando si scuote un setaccio restano i rifiuti;
così quando un uomo discute, ne appaiono i difetti. I vasi del ceramista li mette a prova la fornace,
così il modo di ragionare è il banco di prova per un uomo».
Lo scopo è evidente: non fidarsi delle apparenze, non affrettare giudizi. E’ il rischio maggiore della superficialità e del pressapochismo.

Un rischio sempre in agguato nelle relazioni. La saggezza indica attenzione ai dettagli senza giudizi affrettati. «Non lodare nessuno prima che abbia parlato, poiché questa è la prova degli uomini». La parola è il modo unico ed esclusivo dell’umanità. La relazione poggia, anche se non esclusivamente, nella capacità di dettare pensieri, sentimenti, propositi per la propria vita e per quella altrui.

E’ un richiamo pertinente nella nostra epoca, ricca di comunicazioni spontanee e non sempre sagge e riflettute.

La comunicazione digitale se ha allargato i modi di esprimersi sta facendo emergere molta superficialità e anche cattiveria.

Quando si parla e si scrive occorre pensare prima di esprimersi. Non lasciarsi trasportare dalle emozioni e reazioni, con il rischio di pentimenti e di scuse.

La libertà e l’anonimato nel nostro mondo rischia l’istintività, senza conoscenze e senza coscienza critica, la sola che può portare a saggi consigli.

La visione spirituale

Il brano della Lettera ai Corinti offre la spiegazione profonda e spirituale delle nostre intenzioni e azioni.

«Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la Legge. Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!
Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, progredendo sempre più nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore».

Viviamo nella condizione di non essere immediatamente e spontaneamente corretti nei giudizi e nelle relazioni; da qui l’esortazione di Paolo: «Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, progredendo sempre più nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore».

Un richiamo alla dimensione spirituale dell’esistenza umana. Richiamo necessario perché immersi nel gran clamore delle cose inutili e passeggere. Un rischio da cui nessuno è esente. La cultura, le abitudini, i modi di ragionare hanno portato ad una  vita senza grandi riflessioni, immersi nel sopravvivere e nel maggiore godimento  possibile.

E’ il controcampo di una civiltà che dovrebbe, proprio perché ha raggiunto la pace e il benessere, essere attenta a tutte le dimensioni della vita, comprese quelle che interrogano nel profondo. L’amore, la vita, la morte, il futuro sembrano svanire in tempi e luoghi inesistenti, anche se l’esperienza racconta esattamente il contrario.

L’evangelista Luca racconta, per bocca di Gesù e per parabole, l’ovvio del senso della vita. Richiama a responsabilità di adulti e maturi, senza lasciarsi distrarre da vicende che sono transitori e marginali, ma che fanno parte della vita.

Si potrebbe pensare a quale identità ciascuno si ispira. Purtroppo la conclusione potrebbe essere che sia il vuoto a prevalere. Una vita senza grandi ideali e responsabilità, ma una sopravvivenza necessaria, senza scossoni e fatiche eccessive.

La vita è unica e breve. Da qui la saggezza evangelica:  «L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda».

E’ il semplice richiamo alla responsabilità di persone adulte e mature che non soltanto sopravvivono ma danno spessore all’intelligenza e al cuore. Una vita scialba e insignificante è il peggiore castigo che  possa capitare. Il tempo e lo spazio sono limitati in natura, compresa la vita umana. Un filo conduttore che porti sostanza alla vita è necessario, anche se, cosa non secondaria, affidato alla libertà di ciascuno.

 

2 Marzo 2025 – Anno C
VIII Domenica Tempo ordinario
1ª Lett. Sir 27,5-8 – Salmo 91 (92) – 2ª Lett. 1Cor 15,54-58 – Vangelo – Lc 6,39-45